Il futuro non è scritto

Senza dubbio il 2015 è stato contraddistinto dalla lotta contro il tentativo di mercificazione, da parte dell’industria, del veganismo e dell’antispecismo, e da un processo di intersezione delle lotte da nutrire e far maturare.
Arriva sempre un momento in cui ogni movimento che si rispetti subisce l’attacco dell’industria che tenta di ridurre tutto a una mera scelta economica, una dieta o una moda, svuotando la lotta dei principi e dei valori che la contraddistinguono.
Questo processo sta colpendo anche l’ambiente antispecista nel tentativo del mercato di impadronirsi anche di quella fascia di consumatori sulla carta ostili.
Gli esempi più eclatanti sono stati quello di Granarolo, azienda italiana regina dello sfruttamento animale per la produzione di latte e derivati, che all’inizio dell’anno ha immesso sul mercato una linea di bevande vegetali, e quello di McDonald’s, con l’introduzione di opzioni prive di carne, pesce e in alcuni casi anche di derivati animali all’interno del proprio menù.
Molt* hanno esultato per queste decisioni, senza rendersi conto di fare in questo modo il gioco dell’industria specista, finanziando direttamente quei processi di sfruttamento e quelle dinamiche di dominio dell’uomo sulla natura, dell’uomo sull’animale e dell’uomo su altri uomini, che invece andrebbero combattute.
L’obiettivo non deve essere quello di – come spesso sentiamo dire – “veganizzare” l’industria, ma di prendere le distanze da quei processi di produzione che sono alla base dello sfruttamento animale, umano e ambientale, sia esso causato direttamente o indirettamente.
Un esempio su tutti sono le produzioni tropicali che vedono ancora una volta protagonista l’olio di palma, una sostanza di origine vegetale che però è causa di sfruttamento ambientale, animale e umano.
Il tentativo dell’industria di ridurre l’antispecismo a una moda, per quanto ci riguarda, ha ottenuto l’effetto di scatenare la campagna OccupyMcDonaldsTOUR, il potenziamento di una mobilitazione esistente già da cinque anni, ma che per questa occasione ha cambiato formula proponendo una serie di presidi itineranti.omdt bologna 4
In molte città, realtà indipendenti e singol* attivist* si sono mobilitat* in merito, permettendo così un’ottima circolazione dell’informazione pulita, mirata a denunciare i crimini di McDonald’s così come di molte altre multinazionali, dell’industria della carne e dei derivati animali. Come teniamo sempre a specificare, McDonald’s è semplicemente l’esempio più chiaro ed eclatante di tutto questo.
OccupyMcDonaldsTOUR ha rappresentato e rappresenta tuttora il migliore esempio di mobilitazione dal basso indipendente, libera da ogni controllo istituzionale, basata sui principi di antispecismo e nonviolenza e mirata a difendere l’antispecismo stesso.
Un effetto collaterale, molto gradito, che ha sempre contraddistinto questa campagna è quello di contribuire alla nascita di nuovi gruppi indipendenti, come è capitato nei casi di Ferrara e Modena, dove adesso esistono realtà antispeciste libertarie.
Questa successione di eventi ha permesso di avviare nuove collaborazioni tra varie realtà, contribuendo a gettare le fondamenta per la costruzione di una rete di realtà antispeciste indipendenti che possa promuovere e tutelare la lotta dal basso, quella fatta in piazza, attraverso l’impegno fisico di chi desidera un cambiamento reale, solido e duraturo, una lotta alimentata dall’informazione pulita e dal dialogo con le persone.
Un’idea di antispecismo che abbiamo fatto in modo di chiarire e difendere nel corso della conferenza, condivisa con i/le ribelli di Agripunk, tenutasi a fine agosto presso il Boetico Vegan Festival dal nome Siamo Tutt* Terrestri, un’affermazione che non è solo un titolo, ma un concetto da far maturare e diffondere.siamo tutti terrestri striscione

Il lavoro di informazione che conduciamo sulla rete e sul campo ha dimostrato ancora una volta che non sono necessari grandi numeri né grandi nomi per fare la differenza, valorizzando il contributo che ogni singola persona nel proprio piccolo, ma grande, può offrire per perseguire la liberazione animale, umana, della Terra.
Più volte siamo arrivati a diffondere notizie prima dei media tradizionali, come nel caso del mercato dell’olio di palma, di questioni inerenti alle multinazionali, del disastro ambientale che ha colpito il Brasile o di fatti che né presto né tardi ottengono attenzione, come ad esempio la situazione che si sta vivendo in Papua occidentale. Tutto questo per noi è possibile non solo grazie alle ricerche che conduciamo ma anche alle segnalazioni che riceviamo da chi ci segue.
Non vogliamo ricevere applausi per essere arrivati prima di altri o per i traguardi raggiunti; chi ci segue ormai dovrebbe aver capito che non cerchiamo meriti, ma solo la verità. Riteniamo però importante parlarvi anche di questo perché si capisca che il “lavoro” che facciamo può farlo chiunque e che se si desiderano cambiare le cose c’è solo un modo: alzarsi e lottare in prima persona.

Nella seconda parte dell’anno abbiamo avuto la fortuna di affinare l’intersezione delle lotte, – un aspetto per noi imprescindibile dell’antispecismo – attraverso il sostegno a mobilitazioni distanti ma vicine che si stanno portando avanti per proteggere le foreste di Hambach (Germania) e Hanhikivi (Finlandia), i territori minacciati dalla Tav, la libertà dei migranti che giungono alla Jungle di Calais alla ricerca di un futuro migliore e quella d’informazione degli attivisti spagnoli, perseguitati e colpiti da una feroce censura.

Foto: Good Bear - Il Blog

Foto: Good Bear – Il Blog

Un marchio di fabbrica di Earth Riot è sempre stato quello di fornire materiale per la lotta che possa essere libero e accessibile a tutt*, affinché chiunque possa portare informazione libera e pulita nella propria città.
Per questa ragione abbiamo lanciato Settantasette, zine antispecista che rafforza quel percorso e desiderio di rendere l’informazione dal basso accessibile a tutt* uscendo anche dalla rete, mezzo molto potente, ma che si limita a chi ha dimestichezza con internet e può accedervi. Un nuovo strumento a disposizione di chi vuole far conoscere crimini di cui si parla poco o nulla, e per incrementare la diffusione di quella verità che possa condurre alla liberazione animale, umana, della Terra.Banner sito
Earth Riot stessa è uno strumento a disposizione di chi desidera diffondere verità, crimini nascosti e discriminazioni di cui nessuno parla.

Ma il 2015 ormai è storia, davanti a noi abbiamo un anno che ci auguriamo possa segnare in positivo le sorti dell’antispecismo e vi rammentiamo che, affinché la lotta possa essere efficace, abbiamo bisogno dell’impegno di chi ci segue nel supportare e condividere l’informazione che diffondiamo.

Il cambiamento è nelle nostre mani; il futuro non è scritto.
Restate sintonizzat*!