Il tempo della Terra

Mentre i tappi delle bottiglie di spumante volavano, la Terra affrontava l’ultima crisi del 2015 e la prima del 2016.
Negli ultimi giorni dell’anno, al Polo Nord sono state registrate temperature allarmanti: 50° F. gradi in più rispetto alla media stagionale che solitamente si assesta intorno ai 20° F. sotto lo zero.
Temperature del genere sono tipiche del periodo estivo, non di questa parte dell’anno, e questo dato assume una maggiore gravità considerando che nello stesso momento il Sudamerica è stato colpito da violenti nubifragi che hanno allagato i territori interessati, una concomitanza di eventi che sottolinea quanto i delicati equilibri della Terra siano messi alla prova.
La maggior parte dei media ha individuato nel Niño la causa principale delle precipitazioni che hanno colpito l’America Latina, un fenomeno che si presenta ogni anno, ma che da cinquant’anni non provocava danni così devastanti.
Tra Paraguay, Argentina, Brasile e Uruguay, circa 160.000 persone sono state costrette ad abbandonare la propria casa, quattro persone sono decedute in Paraguay travolte dal crollo di alcuni alberi e due in Argentina.
Il surriscaldamento globale ha un ruolo centrale nell’esasperazione di eventi climatici che si ripetono ogni anno, ma che diventano sempre più violenti a causa della scomparsa costante delle foreste tropicali che regolano le precipitazioni atmosferiche e l’assorbimento dell’acqua da parte del terreno.
Il Sudamerica è una delle zone della Terra maggiormente devastate dalla deforestazione, un fenomeno alimentato dall’industria della carne e dei derivati animali, dall’industria del cemento, da quella estrattiva e dalle monocolture intensive che soppiantano le foreste vergini.
In Paraguay, Brasile meridionale e nord dell’Argentina la deforestazione ha il volto della Monsanto, multinazionale agrochimica statunitense, che tra il 2002 e il 2014 ha convertito le foreste colpite in monocolture di soia geneticamente modificata, condannando i terreni interessati a fertilità e avvelenamento da agenti chimici.
L’Argentina è il paese che sta pagando il prezzo più alto, con il 60% dei territori colonizzati a monolcolture di soia -GM, e una qualità di vita che peggiora di mese in mese a causa dei pesticidi diffusi sulle colture che vedono nel Roundup il veleno maggiormente pericoloso, causa di cancro, malformazioni del feto durante la gravidanza, modificazioni del DNA e della flora batterica intestinale, dove risiedono le difese immunitarie dell’organismo.

Non dobbiamo più permetterci di ragionare a compartimenti stagni, considerando eventi come quelli appena descritti separati tra di loro. Questo deve essere il primo, buon proposito per l’anno nuovo, utilizzando i termini giusti per definire i fenomeni che stanno sconvolgendo gli equilibri della Terra.
Parlare di cambiamento climatico è già un modo per edulcorare ciò che sta realmente accadendo, non sufficiente a spiegare la gravità della situazione.
Il cambiamento climatico è un fenomeno che si presenta comunque a ogni cambio di stagione, con l’innalzamento o l’abbassamento delle temperature, mentre è surriscaldamento globale il termine a dover destare l’attenzione e le preoccupazioni di ogni singola persona.
Temperature allarmanti al Polo Nord, America Latina allagata, questi e molti altri fenomeni che stanno sconvolgendo il Pianeta sono direttamente collegati a semplici azioni quotidiane che sommate minano gli equilibri climatici. L’inquinamento e il consumismo non sono questioni astratte, ma il risultato dell’operato umano, e non importa in quale parte del mondo si svolga, perché si ripercuotono sull’insieme delle cose, ed è per questo che le piccole scelte quotidiane in realtà sono enormi gesti al fine di un cambiamento che può giungere solo dal basso.

Volantino disponibile alla sezione "materiale" sul sito di Earth Riot.

Volantino disponibile alla sezione “materiale” sul sito di Earth Riot.

Il tempo è finito, i compromessi stanno a zero. Se ti stanno a cuore le sorti della Terra, se ti consideri ambientalista, c’è solo una strada da percorrere per fare la differenza: cessare il consumo di carne, pesce e derivati animali, ridurre al minimo la produzione di rifiuti, ridurre al minimo l’acquisto di prodotti industriali da cui dobbiamo imparare a prendere le distanze (che essi siano appartenenti a multinazionali più o meno grandi), ridurre l’utilizzo dei mezzi di trasposto e comprare e consumare prodotti a chilometro zero.
Semplici indicazioni dalla facile realizzazione per un anno di lotta e cambiamenti da attivare nell’immediato!

Fonti: Earth First Journal International El PaisIbTimes