La maledizione della fascia tropicale: West Papua

Un’altra specie vegetale rischia di essere spazzata via attraverso incendi per beneficiare e fare spazio alle monocolture di palme da olio.
Si tratta delle foreste di Sago in West Papua, paese dove è in corso una guerra segreta di cui vi abbiamo parlato lo scorso 16 dicembre, alimentata dal governo indonesiano e da multinazionali estere che vogliono mantenere il controllo dei territori e, soprattutto, delle miniere papuane.
Il sago, o sagù, alimento base per la sopravvivenza del popolo papuano e per le tribù indigene del luogo, è un amidaceo estratto dal midollo di alcune specie di palma che crescono naturalmente in West Papua.sagu Il mercato dell’olio di palma, che da almeno vent’anni contribuisce ad alimentare il fenomeno della deforestazione nel Sud-est asiatico, vorrebbe allargare i propri domini anche sui territori della West Papua, dove le foreste indigene di Sago verrebbero date alle fiamme per creare le zone necessarie alla diffusione delle piantagioni di palme da olio.
La difesa delle foreste di sago da parte del popolo papuano è fondamentale non solo per il sostentamento alimentare, ma anche perché le monocolture di palme da olio impoverirebbero in maniera drastica i terreni e l’humus, la sostanza a base di foglie di sago che viene prodotta in quel naturale scambio di nutrimenti che avviene tra terra e specie vegetali ospitate.
I terreni colonizzati dalle monocolture di palme da olio muoiono nel giro di due anni, divenendo incapaci di ospitare e generare vita. Questa è una delle ragioni per le quali le foreste del Borneo, e non solo, vengono periodicamente date alle fiamme dalle multinazionali del settore, che appiccano incendi nel tentativo di ottenere ancora un po’ di fertilità dai terreni per poterli sfruttare.

Fonti: en-tempo – Wikipedia