“Calais 8”: il processo farsa

Calais 8, così è stato ribattezzato il processo farsa che è andato in scena lunedì 22 febbraio a Boulogne che ha visto coinvolte le persone arrestate lo scorso 23 gennaio, a seguito dell’occupazione pacifica del traghetto Spirit of Britain.
Le persone coinvolte dovrebbero essere tutt* rilasciat* nel giro di 24 ore, ma due di loro sono stat* condannati agli arresti domiciliari e a pagare una multa di 300 euro, mentre per i 6 migranti si parla già di una nuova detenzione.
Queste 6 persone, infatti, sono state immediatamente prelevate dalla polizia di frontiera che le attendeva all’uscita del tribunale, e al momento si trovano nel centro di detenzione di Coquelles, in attesa d’essere deportate.borders are weapons
Un processo farsa dunque e impostato allo scopo di criminalizzare il movimento No Borders.
Il pubblico ministero infatti ha utilizzato argomentazioni razziste, dichiarando che i migranti non sarebbero stati in grado di pianificare con la propia testa l’occupazione del traghetto, e che siano stati manipolati dagli/dalle attivist* No Borders.
L’accusa mossa ai danni del movimento No Borders sarebbe quella di aver complottato al fine di spingere i migranti all’occupazione del traghetto, per superare la frontiera e giungere in Gran Bretagna.
Un’azione che di certo sarebbe stata accolta come una vittoria, ma le stesse persone che ne hanno preso parte hanno dichiarato che si è trattato di un atto simbolico e niente di più.
L’accusa mossa dal pubblico ministero ha il preciso scopo di incrementare quel clima di repressione nei confronti del movimento No Borders e dei migranti, verso lo sgombero forzato della parte meridionale della Jungle che porterebbe alla distruzione degli alloggi dove adesso vivono 3.500 persone.
Lo stato francese ha deliberatamente mentito quando ha dichiarato che esistono soluzioni per tutt*, ma in realtà sono solo 800 le persone che verranno ricollocate in altri luoghi, mentre 2.700 saranno lasciate per strada.

Fonte: Calais Migrant Solidarity – CMS