Lunedì 29 febbraio ha preso il via lo sgombero forzato della Jungle di Calais allo scopo di demolire parte del campo dove da circa un anno si sono rifugiati migliaia di migranti nel tentativo di poter raggiungere la Gran Bretagna.La polizia in tenuta anti-sommossa e armata di gas lacrimogeni ha condotto le ruspe all’interno del campo dove le persone rifugiate hanno tentato di opporre resistenza allo sgombero e alla distruzione delle case costruite in questi mesi.
Circa 200 tra migranti e attivisti hanno risposto alle cariche della polizia con un lancio di sassi; alcuni stabili sono stati dati alle fiamme e una persona è stata arrestata per aver tentato di fermare un gruppo di venti lavoratori che stavano procedendo con le opere di demolizione dell’area dove prima vivevano 3.000 rifugiati.
La polizia, oltre ad aver assalito i migranti a colpi di gas lacrimogeni schierandosi a difesa delle ruspe e degli addetti alla demolizione della Jungle, ha rincorso le persone che tentavano di mettersi in salvo rifugiandosi nei boschi che circondano il campo.
Lo sgombero della Jungle è ripreso martedì primo marzo alle 9 quando alcune persone sono state arrestate per essere salite sui tetti delle case che non sono ancora state demolite.La polizia ha cacciato dalla propria casa una donna incinta che è stata picchiata e al campo si registra anche la presenza della polizia di frontiera e di agenti sotto copertura.
La demolizione è andata avanti per tutto il pomeriggio tra incendi, porte divelte e l’arrivo di altre venti camionette della polizia, per poi riprendere questa mattina, mercoledì 2 marzo, con le persone che continuano a resistere sui tetti delle case ancora in piedi.
Intanto a Idomeni, al confine con la Macedonia, dove giungono circa 100 persone al giorno, sono oltre 7.000 i migranti bloccati nell’accampamento che è stato allestito.
Il clima che si respira è esattamente quello di Calais: un’oppressione costante da parte delle forze dell’ordine servita a colpi di gas lacrimogeni, intimidazioni e atti di violenza.
Fonti: Reuters – Calais MIgrant Solidarity