Congo: a rischio la seconda foresta pluviale della Terra

La Terra rischia di perdere un’altra foresta, la corsa al neo-colonialismo è inesorabile e in Africa si fa sempre più efferata.
Il secondo più vasto tratto di foresta pluviale del mondo, grande il doppio del Texas, rischia di essere abbattuto perché la Repubblica Democratica del Congo progetta di sospendere la moratoria sul disboscamento industriale, attiva dal 2002.
Tale provvedimento era stato introdotto per porre un freno a corruzione, disboscamento e traffico di legna illegale, un divieto che però verrà annullato allo scopo di rilanciare le entrate del governo locale, come lo stesso ministro dell’Ambiente, della Conservazione della Natura e dello Sviluppo Sostenibile Roberto Bopolo Bogeza ha recentemente dichiarato:

La moratoria sull’accettazione di nuove concessioni alla silvicoltura, decretata nel 2002 con Delibera Ministeriale e riconfermata nel 2005 con Delibera Presidenziale, ha causato un enorme ammanco nelle entrate per il nostro paese. Sono in corso provvedimenti per revocare il decreto.

Ancora una volta il profitto ha la priorità sull’integrità ambientale, nonostante nel corso dell’ultimo summit sul clima svolto a Parigi il Congo avesse espresso la sua volontà di combattere il riscaldamento globale, promettendo anche di piantare alberi su tre milioni di ettari di terra locale entro il 2025.foresta congo
Promesse prive di sostanza e termini temporali dati a caso per fare bella figura e prendere tempo; del resto l’inaffidabilità del summit che si è tenuto a Parigi è data dal nome stesso, Cop21, significa che si sono già svolti altri venti incontri sul clima dagli esiti scadenti, maggiormente incentrati sul garantire i guadagni delle varie corporation piuttosto che su soluzioni reali per arrestare il riscaldamento globale.
Intanto in Congo gli alberi verranno abbattuti invece che essere piantati, in una terra già largamente falcidiata dal fenomeno della deforestazione portata anche dalle operazioni estrattive di coltan e cobalto. Un mercato che è alla base delle guerre civili in corso sul territorio, dello sfruttamento del lavoro minorile e che provoca anche molte vittime tra la popolazione dei gorilla, la cui presenza si è dimezzata calando del 90% negli ultimi cinque anni a causa della perdita del proprio habitat naturale.

Fonte: Earth First Journal