Australia: occupazioni e blocchi contro le estrazioni di carbone

La lotta contro le estrazioni di carbone è uno dei sinonimi della lotta contro il surriscaldamento globale; dalla foresta di Hambach all’Australia sono numerose le iniziative che si susseguono al fine di fermare questo mercato.
In questi ultimi mesi la resistenza per difendere la foresta di Hambach, che ogni anno viene rasa al suolo per permettere l’estrazione di lignite e carbone, è diventata il simbolo della lotta per la liberazione della Terra, ma a questa mobilitazione fa eco quella condotta in
Australia contro la continua espansione delle miniere da cui si ricava il combustibile fossile.
Il 29 marzo scorso, tre attivisti/e appartenenti al gruppo Front Line Action on Coal hanno occupato una locomotiva come forma di protesta pacifica al fine di fermare tutti i treni che trasportano carbone e bloccare la linea di produzione.Australia blocco treno action-1Nella regione australiana del Nuovo Galles del Sud la produzione di carbone continua ad espandersi nonostante l’utilizzo di combustibili fossili sia da tempo stato riconosciuto come una delle cause del riscaldamento globale.
L’espansione delle miniere nella zona di Maules Creek sta causando la perdita di ecosistemi che rappresentano l’habitat naturale per almeno 34 specie animali, tra cui koala e quoll tigre (il gatto marsupiale a coda macchiata).
Dall’inizio della campagna per impedire la distruzione di Leard State Forest, la principale foresta a essere minacciata dalle estrazioni di carbone, circa 400 persone appartenenti al gruppo Front Line Action on Coal sono state arrestate in una realtà surreale che capovolge il significato di legale e illegale.
Le estrazioni di carbone, come di qualsiasi altra produzione, sono spesso normate da leggi funzionali a facilitare la vita alle aziende interessate, non tengono conto dei rischi per la salute delle persone né tanto meno si preoccupano di garantire l’integrità ambientale e la libertà di chi popola le zone colpite.
Le mobilitazioni in corso ad Hambach, in Australia, in Finlandia contro la costruzione dell’ennesima centrale nucleare, la resistenza espressa da tutti quei popoli minacciati da estrazioni minerarie e non solo (Brasile, Venezuela, West Papua, Congo,  Artvin in Turchia, India, solo per fare alcuni esempi) dovrebbero indicarci la strada per il cambiamento, che può arrivare solo dal basso, attraverso l’impegno diretto di ogni persona, e non lasciando le sorti della Terra nelle mani di istituzioni corrotte che più volte hanno dimostrato di fare gli interessi solo di quelle compagnie che vogliono impadronirsi di ogni risorsa del Pianeta.

Fonte: Earth First Journal