Il 25 aprile di Hambach: sabotaggi e resistenza

Nelle prime ore di lunedì 25 aprile, ancora nel buio della notte, dieci reti elettriche, i nastri trasportatori e tutti gli altri servizi necessari al funzionamento della più grande miniera di lignite a cielo aperto d’Europa sono stati dati alle fiamme.sabotaggio hambachL’azione di sabotaggio condotta dai difensori della Terra ha bloccato i lavori di estrazione per i seguenti due giorni; al momento operano ancora in capacità limitata.
Questo atto rivolto alla distruzione delle apparecchiature, senza che vi sia stato il ferimento o la perdita di alcuna vita, vuole puntare invece il riflettore sui danni provocati dai combustibili fossili, che ogni anno causano settemila vittime in tutto il mondo.
Ancor più drastici e irreversibili sono i danni portati dal surriscaldamento globale, un fenomeno causato anche dall’industria del carbone che contribuisce massicciamente all’innalzamento della temperatura.
Un processo che sta già causando la morte delle foreste pluviali, delle barriere coralline, l’aumento dell’acidità degli oceani provocato dall’assorbimento di carbonio, un fenomeno che impedisce la riproduzione del plancton da cui dipende la sopravvivenza di questo habitat e delle specie che esso ospita.
Per tutte queste ragioni e a causa della disinformazione che regna in merito a questo argomento, manipolata e orchestrata da chi ha come unico fine quello di strappare alla Terra ogni risorsa possibile, gli/le attivisti/e di Hambach hanno voluto commettere quello che ancora viene considerato un “crimine”, per ricordare a tutti/e che ne esiste uno molto più grande che si consuma ogni giorno. Un crimine verso la Terra e chi la abita, condotto da multinazionali e governi in una totale impunità, mascherando il tutto dietro a un’idea di progresso inevitabile che rischia di portare a una distruzione globale.

Fonte: Earth First