Libertà per Zamora: difensore della Terra

Difendere la Terra, quel tutto superiore alla somma delle parti che ospita innumerevoli forme di vita vegetali e animali, tra cui l’animale umano il cui impegno quotidiano dovrebbe essere volto al rispetto e alla tutela di un pianeta che offre asilo a tutti/e, ma che invece viene colonizzato, violentato e saccheggiato nel nome del profitto di chi si è auto-nominato specie dominante.
In un sistema dove lo sfruttamento ambientale viene visto come una pratica inevitabile nell’inevitabile corsa al progresso, spesso normato dall’apposita approvazione di leggi volte a tutelare multinazionali e compagnie che usano la Terra come il proprio supermercato personale, chi invece pone la propria vita a difesa del Pianeta che ci ospita viene bollato come criminale.
Questa è l’ennesima storia di un difensore della Terra finito in carcere con l’accusa di furto con scasso, per essersi opposto alle pratiche di disboscamento illegale condotte nella comunità indigena di San Juan Tlahuica Atzingo, in Messico.ildefonso_zamora_-_courtesy_desinformemonos.org_Ildefonso Zamora, questo il nome della persona che ha messo a rischio la propria vita e la propria libertà per il bene della Terra, è stato arrestato nel novembre del 2015 dalle autorità messicane a seguito delle molte campagne da lui condotte fin dal 1998 contro il disboscamento e il traffico illegale di legna.
Ma l’arresto di Zamora e l’accusa di furto con scasso si basano su testimonianze fabbricate al fine, probabilmente, di incastrare un attivista molto in luce a livello internazionale.
Amensty International e altre realtà che sono intervenute in difesa di Zamora sostengono che i testimoni oculari interrogati in merito all’accusa di furto con scasso mossa ai danni dell’attivista abbiano usato tutti le stesse identiche parole, come se precedentemente indottrinati attraverso la lettura di uno scritto che potesse fornire la medesima versione a prescindere dal testimone.

Ildefonso Zamora è stato punito per aver denunciato i danni arrecati al territorio e all’ambiente della sua comunità. Non sarebbe mai dovuto essere imprigionato in primo luogo e deve essere rilasciato immediatamente e senza condizioni. La tutela dell’ambiente e la difesa dei diritti umani non sono crimini (Erika Guevara-Rosas, Direttrice Americana di Amnesty International).

L’arresto di Zamora rientra in quel quadro di repressione ai danni di chi denuncia la verità allo scopo di difendere la Terra, minando così gli interessi e i guadagni di chi invece vorrebbe impadronirsi di ogni risorsa ambientale.
Le ritorsioni, gli atti intimidatori e di violenza subiti da Zamora e dalla sua famiglia hanno origine nel 2004, quando l’attivista presentò ai funzionari nella città di Ocuilan de Artega videro le prove fotografiche del disboscamento illegale in corso, che nel 2006 portò all’arresto di molti taglialegna.
Da allora la famiglia di Zamora ha vissuto all’ombra di costanti minacce che si sono concretizzate nel 2007 quando un gruppo di uomini ha assalito a colpi di arma da fuoco lui e i suoi due figli, ferendo Misael e uccidendo Aldo.
Nonostante la grave perdita subita e le costanti violenze mosse ai suoi danni che vedono l’uomo, diabetico, detenuto in un carcere dove ha subito percosse e non riceve una corretta alimentazione e le cure mediche che la sua condizione necessiterebbe, Zamora ha voluto rilasciare una dichiarazione che sottolinea la determinazione e la resistenza espressa da questo attivista:

Io lavoro per fermare il disboscamento illegale, e che mi è costato caro: la vita di mio figlio e la mia libertà. Voglio continuare a lavorare per la mia comunità, perché il disboscamento illegale sta distruggendo gran parte del pianeta terra.

Fonte: Earth First