Echi di resistenza

La resistenza per difendere la Terra si sta rimbalzando come un eco in tutto il mondo, dalla Finlandia all’Australia, passando per la foresta di Hambach, per le iniziative del comitato Mamme No Inceneritore della Toscana, per l’Honduras e l’America Latina in generale
sino al Vermont, dove martedì scorso un altro albero è stato occupato per impedire la realizzazione di un gasdotto per il fracking.
Dopo l’azione di blocco dello scorso marzo, gli/le attivisti/e di Monkton hanno dato vita ad una nuova occupazione della durata di sei giorni e che ha permesso di rallentare notevolmente i lavori per la realizzazione di una tratta del gasdotto.vermont
La repressione delle forze dell’ordine però non si è fatta attendere, Sam Jessup, l’attivista che si era barricato sulla piattaforma allestita sull’albero, è stato arrestato dopo che la polizia ha disattivato il telefono cellulare grazie al quale comunicava con i sostenitori a terra.
Le tattiche della polizia per impedire queste azione stanno vivendo un’escalation, facendosi sempre più severe e violente, come è capitato nel corso dell’occupazione quando a Sam sono state rivolte molte minacce, tra le quali il taglio delle corde che lo mantenevano sospeso, e l’uso di sirene ad intermittenza per tenerlo sveglio.
Jessup è attualmente detenuto presso la Contea di Chittenden Correctional Center di South Burlington, divenendo la prima persona ad esser stata arrestata e spedita in questo carcere dopo aver partecipato ad azioni di disobbedienza civile contro la realizzazione di un gasdotto.
Lo stato del Vermont sta offrendo un fermo sostegno alla compagnia Vermont Gas e alla costruzione di nuove infrastrutture per l’estrazione di combustibili fossili, l’asciando invece le comunità colpite da questo progetto in balia dei danni ad esso correlati.
Ma quello combinato ai danni di Sam non è stato il solo arresto, due giorni dopo l’inizio dell’occupazione dell’albero, che rientrava in una settimana di mobilitazione per impedire l’inizio della stagione di costruzioni, altri cinque attivisti/e erano già stati/e presi in custodia.

Nonostante una escalation nelle tattiche di polizia, noi continueremo a combattere questo gasdotto fino alla fine. Vediamo questo gasdotto come un’estensione dei sistemi economici e politici che hanno provocato il caos sulle comunità in tutto il mondo e che mantiene le diseguaglianze economiche. Questa battaglia può essere finita per oggi, ma la nostra lotta contro la più grande infrastruttura di combustibile fossile, un sistema di regolamentazione del governo inspiegabile, un sistema economico che mette il profitto prima delle persone, continuerà.

Noi aggiungiamo solo un’affermazione che deve risuonare in ogni parte del mondo: “difendere la Terra non è un crimine” (Berta Caceres).
Il crimine è usare la Terra come un supermercato, promuovendo quella cultura del dominio dell’uomo sulla natura, dell’uomo sugli animali, dell’uomo sugli altri uomini propria dell’antropocentrismo.

Fonte: Earth First