Il mio nome è Chico – Testo di Olmo su Rio 2016

Una storia che non verrà narrata da chi in questi giorni commenta le olimpiadi di Rio, l’ennesimo evento sportivo costato la libertà dei popoli, l’integrità delle foreste e la vita di chi le abita, siano essi tribù indigene o animali non umani.
Una verità taciuta, nascosta dietro a quelle montagne di denaro che hanno preso il posto di quelle un tempo offerte dalla natura, alimentando uno sfruttamento che ormai contraddistingue anche queste manifestazioni che di sportivo non hanno più nulla.
Crimini e vicende che dovrebbero essere denunciati almeno da quelle realtà che sbandierano antispecismo, ma che invece preferiscono offrire visibilità agli atleti vegan che hanno deciso di partecipare ugualmente alle olimpiadi, promuovendo, così, anche quella visione salutista del veganismo che non ha nulla a che fare con la lotta per la liberazione animale, umana, della Terra.
Al contrario, invece, pubblichiamo il testo scritto da Olmo, che offre uno spaccato sulla vita che scorre fuori dalle arene dello spettacolo, nel corso di eventi che alimentano le diseguaglianze sociali.

Il mio nome è Chico e sono un giocatore di palla
Mi hanno detto che il mio paese è famoso perchè tutte le televisioni del mondo stanno trasmettendo le olimpiadi. Noi, io e i miei fratelli non le possiamo vedere perchè la polizia è venuta a trovare il mio papà e gli ha detto che siccome siamo poveri non possiamo uscire di casa fino alla fine della manifestazione, poi sono andati dalla mia mamma e ridendo le hanno detto che se ci trovano in giro ci tappano la bocca con gli stivali.
Il mio nome è Chico e sono un giocatore di palla.
L’altro giorno ero molto triste perchè un mio amico che conoscevo da quando eravamo piccoli piccoli è stato ucciso dai soldati che controllano le vie della città per le olimpiadi. Poverino, non stava facendo niente, giocava a nascondino con altri bambini, ridevano tutti, poi sono arrivati i soldati, con la spilla delle olimpiadi e hanno cominciato a sparare, qualcuno è riuscito a scappare ma il mio amico è scivolato e l’hanno raggiunto.
Il mio nome è Chico e sono un giocatore di palla.
Il mio papà mi ha detto che sono bravo a giocare a palla, potrei diventare un campione, salto molto in alto e faccio sempre gol ma mi ha anche detto che nel mio paese devi sapere anche correre forte per scappare dai soldati. Il mio papà è molto coraggioso quando è venuta la polizia a dirci di non uscire di casa lui non ha parlato ma li fissava dritto negli occhi. Anche la polizia ha capito che non c’era da scherzare con il mio papà e quindi ci ha lasciato stare, non ci ha picchiato come fanno di solito.
Il mio nome è Chico e sono un giocatore di palla.
Tutti i giorni vado a giocare vicino al fiume, molto lontano da dove ci sono le olimpiadi così sono tranquillo e posso divertirmi con gli amici. Giochiamo anche in acqua per vedere se riusciamo a tirare calci precisi come sulla terra. Mio fratello è dovuto scappare lontano perchè i soldati lo cercavano, erano molto arrabbiati, dicevano che mio fratello è un ragazzo pericoloso, dicevano un sovversivo. Io non so cosa vuol dire ma conosco mio fratello è un bravo ragazzo, è solo molto arrabbiato con i soldati perchè sparano sempre ai bambini e mio fratello con altri li difende.
Il mio nome è Chico e sono un giocatore di palla.
Domani voglio andare vicino allo stadio per vedere questi famosi sportivi che vengono da tutto il mondo, la mia mamma non vuole, dice che è molto pericoloso ma io sono Chico, un grande giocatore, non possono farmi del male.Il mio nome è Chico ed ero un grande giocatore di palla.
Buona Visione a tutti…
Olmo