NoDapl: la resistenza dei Sioux Lakota

Nel corso del secolo passato, più volte i membri anziani della tribù Sioux Lakota (nord Dakota) hanno avuto visioni di un serpente nero gigante che attraversa la terra abitata.
In questi ultimi anni la visione è diventata realtà quando quello che era stato definito “Black Snake” ha preso le fattezze di un’arteria sotterranea per il trasporto di greggio che minaccia di attraversare le terre native dei Lakota, con il rischio di danneggiare i luoghi di
culto di questa tribù dove sono stati seppelliti i loro avi.
Nel 2010 questa minaccia era rappresentata dal Keyston XL, un sistema di oleodotti che collega le raffinerie dell’Alberta (Canada) con quelle in Illinois e in Texas, oltre alle aree di stoccaggio presenti in Oklahoma.
In questi giorni i Sioux Lakota sono tornati a lottare in prima persona per impedire la realizzazione del DAPL (Dakota Access Pipeline), un gasdotto che si estenderebbe per circa 1.172 miglia, passando sotto il fiume Missouri, con il rischio di lasciare senza acqua potabile circa 18 milioni di persone che abitano le zone colpite dal progetto.nodapl bimbo
La realizzazione del gasdotto, che a pieno regime sarebbe in grado di trasportare tra i 470.000 ai 570.000 barili di greggio ogni giorno, viene vergognosamente difesa dal governo degli Stati Uniti che ignora i diritti dei popoli indigeni accusandoli di condurre un’opposizione violenta nei confronti del progetto e delle forze dell’ordine.
Da sabato 3 settembre i sit-in di protesta si sono intensificati, con le tribù dei Lakota che hanno visto giungere in loro sostegno altri abitanti delle zone colpite, arricchendo una resistenza che fa parte della lotta per la liberazione della Terra, che deve riguardare ed interessare tutt* quant*.
Come documenta il video diffuso dalla piattaforma Critica Radicale, i/le manifestant* stanno occupando le aree interessate dal progetto dando vita ad una resistenza attiva, opponendosi con il loro corpo alle azioni condotte dalle forze dell’ordine volte a screditare e destabilizzare la lotta.

We’re not leaving!

Il grido di resistenza che si è sollevato al seguito delle cariche ordinate dalla Dakota Access Pipeline Company ai danni dei/delle manifestanti, attaccati dalle forze dell’ordine e dalle guardie al soldo dell’azienda che, per disperdere le persone, hanno usato spray al peperoncino e mandato avanti gli animali, come documentato in questo video

Nel corso del 2015, negli Stati Uniti, si sono verificati 54 incidenti legati a gasdotti e oleodotti che hanno provocato sversamenti di petrolio con il conseguente inquinamento delle acque, mettendo a rischio di sopravvivenza le specie animali colpite, oltre alle tribù e
popolazioni interessate da questi progetti che colonizzano le terre da loro abitate.
NoDapl, così è stata chiamata la lotta dei Lakota contro la realizzazione della Dakota Access Pipeline, vuole esprimere un messaggio molto chiaro “l’acqua è vita”, una risorsa sempre più scarsa dalla quale dipende la sopravvivenza di ogni cosa, e che ogni giorno viene contaminata da un crescente inquinamento portato anche da questi progetti, privilegiando gli interessi delle compagnie petrolifere a discapito dell’integrità ambientale, della libertà e della vita delle specie animali e vegetali colpite, e della Terra stessa.
Solidarietà ai/alle Siou Lakota e a chi lotta per difendere la Terra in ogni sua espressione!

Fonti: GuardianNewsviceDapl