Rojava: scompare un altro volto della resistenza

Scompare un altro volto della resistenza Kurda: si chiamava Asia.
Una ragazza che combatteva per la libertà, quella di tutt*, anche di chi forse non verrà mai a conoscenza della sua morte, come nel caso di molt* altr* resistenti che ogni giorno perdono la vita, e che però non salgono agli onori della cronaca perché magari non rispondono a canoni prestabiliti, e per questo vengono considerat* solo numeri di un conflitto che riguarda tutt*, che dovrebbe toccare tutt*, ma le cui conseguenze vengono normalizzate o vissute come distanti da una società sempre più distaccata.
Su questi aspetti dovrebbe basarsi la notizia della morte di Asia, dando così risalto all’esempio di una delle tante ragazze che in questi anni ha posto il suo corpo a difesa del Rojava, quella regione autonoma simbolo di resistenza.
ramazanMa i media, italiani e non, hanno deciso di dare un altro taglio alla notizia della sua morte, attribuendole valore in relazione alla somiglianza della ragazza con una nota attrice statunitense, come se l’indignazione per la sua uccisione dovesse essere funzionale ai canoni estetici dettati da quella parte malata di società che determina l’importanza di una persona in base al suo aspetto.

Scompare un altro volto della resistenza Kurda!
Dopo Viyan, un’altra combattente del Ypj, la milizia femminile che fa parte del Ypg, è stata uccisa mentre combatteva l’avanzata dell’Isis nel nord della Siria.
Arruolata nel 2014, Asia Ramazan Antar è morta a soli 20 anni mentre difendeva il Rojava, simbolo della resistenza Kurda che nel 2012 aveva permesso di respingere l’Isis da queste terre, ma che in questi ultimi giorni è messa a dura prova a causa degli attacchi ordinati dal governo Erdogan.
La storia di Asia è quella di molt* ragazzi e ragazze che decidono di arruolarsi anche molto giovani pur di impedire l’avanzata del regime oppressivo e dittatoriale portato dall’Isis nel Kurdistan e nel mondo intero.
Per questo va ricordata Asia, per gli ideali di libertà per cui combatteva, per la resistenza che ha contribuito a mantenere e che deve proseguire nel suo nome e in quello di chi ogni giorno viene uccis* nel tentativo di costruire un mondo libero.

Fonte: Repubblica