Surriscaldamento globale: il nemico comune

Sabato 1° ottobre, diverse iniziative di protesta sono andate in scena presso alcuni tra i principali aereo porti del mondo, contro i progetti di espansione di queste strutture e la conseguente ricaduta su equilibri climatici già delicati.
Il surriscaldamento globale è un problema effettivo, un fenomeno evidente che non risparmia nessuno/a e che tutti/e contribuiamo a generare, a danno, sopratutto, di quelle popolazioni che si trovano a pagare il prezzo più alto nonostante abbiano fatto il minimo per alimentare questo fattore.
Spesso questo fenomeno viene percepito come qualcosa di superiore, distante, impalpabile e quindi difficile da combattere o, peggio ancora, non viene identificato come un problema causato dall’operato umano, che si tratti delle scelte quotidiane di ognuno/a di noi, della gestione/sfruttamento delle risorse della Terra, o dell’avanzamento sconsiderato di infrastrutture e cemento, con la conseguente perdita di vegetazione.
Quella contro il surriscaldamento globale è una lotta da cui dipendono direttamente tutti quei processi di liberazione (animale, umana, della Terra) che rischiano di rimanere irrealizzabili o, quanto meno, incompleti se le condizioni climatiche mettono a rischio la sopravvivenza delle specie, iniziando da quella del Pianeta stesso.
Per questo, molto spesso, la lotta per la liberazione della Terra viene identificata come quella per la liberazione di tutti/e.
I progetti di espansione di alcuni aereo porti, in questo caso quello di Heathrow alle porte di Londra, come la realizzazione di nuove infrastrutture che soffocano una Terra dove il cemento ha già sufficientemente colonizzato le foreste, sono incompatibili con la presunta volontà dei governi di arginare in qualche modo il problema del surriscaldamento globale.stop airport
Le manifestazioni andate in scena sabato scorso all’interno dell’aereo porto di Heathrow, presso quello di Gatwick, come in molte altre città del mondo, avevano lo scopo di denunciare tutti questi aspetti, in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sull’impatto climatico del trasporto aereo.
E mentre numerosi/e attivisti/e davano vita all’occupazione del terminal 2 all’interno dell’aereo porto di Heathrow, una seconda manifestazione è andata in scena all’esterno di Harmondsworth, un vicino centro di detenzione dove i/le migranti vengono segregati in attesa di essere deportati altrove.
Una protesta, che ha visto il blocco del traffico da parte dei/delle manifestanti, per evidenziare il legame tra surriscaldamento globale e migrazione, con numerosi popoli costretti ad abbandonare le zone abitate a causa della morte dei terreni o alla ricerca di risorse idriche, oltre che per i conflitti bellici.
Queste iniziative congiunte arrivano ad una settimana dalla grande manifestazione che si terrà in Francia, a Notre Dame des Landes, contro la realizzazione di un mega aereo porto e per la difesa della ZAD (Zone da Difendere), il presidio permanente che in questi anni si è posto come baluardo a difesa della Terra, ma che ora è a rischio sgombero da parte del governo francese.nddl
Espressioni di lotta che devono rafforzare quell’idea che ci vede tutti/e abitanti dello stesso Pianeta, e non di singole città, smantellando quei confini mentali e materiali eretti dai governi allo scopo di separare i popoli tra di loro per ragioni di controllo sociale.
Quello del surriscaldamento globale è un problema comune verso il quale ognuno/a di noi, nel proprio piccolo/grande, può fare qualcosa di effettivo nel quotidiano al fine di diminuire il proprio impatto sulla Terra, contribuendo così alla libertà di chi la abita, che si tratti di animali umani o non umani.
In ogni momento si sta facendo attivismo se gli atti che si compiono sono mossi dalla consapevolezza che non siamo soli nel mondo, che ogni nostra singola azione può spostare, in positivo o in negativo, gli equilibri climatici, determinare la salvezza di una foresta, evitare l’inquinamento di un oceano, il sacrificio di un animale non umano o preservare la libertà di un popolo.

Fonte: Earth First