“Il nostro clima non è il vostro business”: azione contro l’estrazione di carbone

La Germania è il primo produttore di lignite (carbone) al mondo, un’industria che continua a colpire inesorabilmente le terre tedesche, nonostante questi processi estrattivi abbiano una ricaduta sugli equilibri climatici globali.
Oltre alla foresta di Hambach, questo mercato colpisce anche la località di Lausitz (Sassonia), dove recentemente sono stati effettuati cospicui investimenti da parte di una multinazionale della Repubblica Ceca allo scopo di incrementare l’estrazione di lignite.
Alle prime ore di martedì 11 ottobre, alcuni/e attivisti/e appartenenti al gruppo Ende Gelande hanno fatto visita alla miniera a cielo aperto da dove viene estratto il carbone, dando il loro personale benvenuto ai nuovi investitori.

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Con questa azione (foto) gli/le attivisti/e hanno voluto sottolineare ancora una volta come le operazioni estrattive, e il conseguente utilizzo, di combustibili fossili rappresenti una delle principali cause del surriscaldamento globale, con conseguenze che vanno dall’aumento della temperatura degli oceani sino alla perdita, da parte dei popoli che risiedono nel sud del mondo, dei principali mezzi di sussistenza.
Il tempo della Terra si sta esaurendo.
Ogni giorno in tutto il mondo si verificano eventi che sottolineano come il clima si stia deteriorando con estrema rapidità, a causa, appunto, delle operazioni estrattive in generale (carbone, petrolio, fracking ecc.), e di tutti quei processi produttivi che determinano la scomparsa di una foresta (industria della carne e dei derivati animali; monocolture intensive di soia, mais, palme da olio ecc.),
l’inquinamento di falde acquifere, l’avvelenamento di terre attraverso la diffusione di pesticidi e sostanze chimiche, il traffico delle merci, l’iper-produzione di rifiuti.
Le azioni di blocco e sabotaggio contro chi saccheggia e devasta la Terra nel nome del mero profitto e per i propri interessi personali aumentano ogni giorno, ma vanno supportate tramite un cambio radicale delle abitudini quotidiane di ognuno/a di noi, perché sono le
scelte di ogni persona (che il mercato identifica come consumatore e quindi fonte di guadagno) a determinare, oppure no, i crimini ambientali, animali e sociali commessi dalle varie multinazionali.

Fonte: NiederLausitz