Standing Rock vive! – (Aggiornato al 13/3) –

Il 22 febbraio scorso, dopo mesi di resistenza ed opposizione diretta, il campo Oceti Sakowin è stato smantellato attraverso lo spiegamento di un fitto plotone composto da polizia, guardia nazionale ed emissari diretti delle varie società che spingono per la realizzazione del Dakota Access Pipeline: gasdotto di 1.886 chilometri che al pieno della capacità sarà in grado di trasportare da i 470.000 ai 570.000 barili di greggio al giorno.
In circa tre ore uno degli accampamenti simbolo della resistenza di Standing Rock è stato raso al suolo, un esproprio esclusivamente materiale perché la lotta morale non si ferma con la caduta di questo campo.

L'ultimo resistente dell'Oceti Sakowi camp

L’ultimo resistente dell’Oceti Sakowi camp

Se da un lato la notizia dell’esproprio dell’Oceti Sakowin camp non ha tardato ad arrivare, dall’altro la copertura mediatica offerta successivamente si è notevolmente ridotta.
Una copertura mediatica che è stata ed è possibile grazie sopratutto all’impegno di giornalisti e piattaforme indipendenti come Unicorn Riot, i cui stessi reporter sono stati arrestati nel corso di questi mesi, al seguito del supporto informativo offerto alla causa.unicorn riot
La resistenza di Standing Rock, dei/delle Sioux e di tutti/e i/le solidali/e che nel tempo si sono uniti/e a loro fisicamente e moralmente, non è cessata, ha solo cambiato location lasciando aperti diversi punti e consegnando alla lotta per la liberazione della Terra un’importante eredità.
Una lotta che adesso torna tra le strade delle città, incominciando con la manifestazione che si è svolta lo scorso 10 marzo a Washington D.C., in contemporanea con Denver, e che ha portato migliaia di nativi ad unirsi nella protesta contro il regime oppressivo subito.C6kmVB-WcAEerYP Proseguono anche le iniziative svolte all’esterno delle banche che finanziano direttamente il gasdotto (tra le quali l’italiana Intesa S. Paolo) dove periodicamente vengono organizzati sit-in, blocchi e presidi per sensibilizzare l’opinione pubblica invitando al “disinvestimento”.dapl bancheIl campo Oceti Sakowin è stato sgomberato, ma negli accampamenti del Cannonball River (sulle rive del fiume Missouri che verrà attraversato dal gasdotto) e del Sacred Stone Camp alcune capanne resistono ancora, anche se hanno già ricevuto l’ordine di esproprio.
La repressione subita in questi mesi da chi ha presidiato e difeso le zone colpite dal progetto ha condotto all’arresto di oltre 700 persone che, adesso, sono in attesa di giudizio e necessitano di solidarietà e supporto economico per poter affrontare le spese legali.

Nonna Regina Brave, una delle circa 50 persone arrestate nel corso dello sgombero dell'Oceti Sakowi camp.

Nonna Regina Brave, una delle circa 50 persone arrestate nel corso dello sgombero dell’Oceti Sakowi camp.

La resistenza di Standing Rock, inoltre, ha nuovamente puntato il riflettore sull’importanza di preservare e tutelare quella che rappresenta la principale fonte di sopravvivenza per la Terra e chi la popola: l’acqua.
Risorsa vitale per eccellenza per cui la corsa alla privatizzazione è già partita da molto tempo, e che ogni giorno viene avvelenata dalle varie sostanze chimiche immesse nell’ambiente attraverso l’agricoltura industriale, le industrie, i liquami provenienti dagli allevamenti animali, le operazioni minerarie, estrattive, i continui sversamenti di idrocarburi nell’ambiente ed a causa di grandi opere come il gasdotto in questione.
Il percorso del Dakota Access Pipeline che, se completato, per un tratto attraverserà anche il letto del fiume Missouri nel sottosuolo, rappresenta una minaccia per le risorse idriche oltre che per la vita di chi popola le zone colpite, specie animali e vegetali comprese le migliaia di persone costrette ad abbandonare la terra abitata da sempre.DAPL Specie
L’eredità di Standing Rock è quella di una lotta che non rappresenta esclusivamente la difesa di un singolo territorio, ma il simbolo di una resistenza più amplia che ha come fine ultimo la liberazione della Terra da quelle dinamiche di dominio e controllo figlie della natura
antropocentrica dell’essere umano, e che vedono nel capitalismo la loro espressione più chiara.
Standing Rock non finisce con lo sgombero di un campo, ma risuona in ogni forma di lotta ed opposizione contro chi vuole impadronirsi di ogni risorsa della Terra, dalla cui libertà dipende quella di tutti/e quanti/e.

Fonte – Unicorn Riot