Pomezia: una nube (tossica) di mistero

Riceviamo e pubblichiamo, ad una settimana esatta dall’accaduto, il comunicato del gruppo Anonimi Antispecisti Pontini che offre un’accurata disamina in merito al disastro ambientale che lo scorso 5 maggio ha colpito Pomezia e le aree limitrofe.
Un’indagine che ha lo scopo di fare un po’ di chiarezza sulle condizioni reali delle zone colpite, dipanando quel velo di omertà istituzionale data da una successione di comunicati quanto meno contraddittori tra di loro.
Un vuoto informativo preoccupante, che vede intere popolazioni abbandonate a loro stesse, quasi dimenticate da un’opinione pubblica che tende a concentrarsi solo sulle questioni che toccano da vicino, ignorando la globalità dell’evento e i danni di un disastro che riguarda l’integrità della salute ambientale in generale.pomezia1

Quello che si è verificato a Pomezia è, a tutti gli effetti, un disastro ambientale. Gli effetti del rogo scoppiato venerdì 5 maggio alla Eco-X, sito di deposito e smaltimento di rifiuti speciali, sono ancora avvolti in una nube (tossica) di mistero. Vengono diffusi dati contrastanti, e, in un goffo tentativo di non allarmare la popolazione, nasce una confusione enorme.
Fuoco per 96 ore ininterrotte, tre giorni per domare le fiamme e cinque per spegnerle definitivamente.
Se da un lato c’è grandissima preoccupazione per ogni essere vivente presente nella zona, dall’altro dopo sette giorni ancora non si riescono ad avere informazioni e dati certi.
Un disastro ecologico di cui ancora si ignorano le possibili cause, ma che ben si inserisce nella disastrosa gestione dei rifiuti in quella che di fatto è già stata indicata da più parti come la nuova terra dei fuochi: il sud del Lazio, dalle campagne a sud di Roma a tutto l’Agro Pontino.
La Eco-X è un sito di stoccaggio e smaltimento di rifiuti speciali (prevalentemente materiali plastici e metallici); si trova lungo una strada provinciale, la Pontina Vecchia, all’altezza di Pomezia e a pochi chilometri da Roma.
Il titolare risulta attualmente denunciato per incendio colposo, inquinamento ambientale e violazioni delle leggi sulla sicurezza ambientale: a quanto pare, l’impianto antincendio non era a norma.
A seguito del rogo, i livelli di diossina sono risultati 775 volte superiori rispetto al massimo consentito dalla legge, idrocarburi più di 3000 volte superiori, e PCB (policlorobifenile) in concentrazione che supera 4000 volte i limiti massimi. Nonostante il ministero della sanità abbia frettolosamente rassicurato la cittadinanza sull’assenza di fibre di amianto nell’aria, tuttavia è stata confermata la presenza di questo materiale nello stabilimento, specie nella copertura, e in realtà ancora non sono disponibili dati certi sulla dispersione di fibre nell’aria.
La situazione attuale è che non si capisce nemmeno più quale sia l’area in cui vige il divieto di raccolta, vendita e consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati, di pascolo e l’utilizzo di foraggi.
In un primo momento questo divieto copriva un raggio di soli 5 km dal luogo dell’incidente, ma nel giro di due giorni è stato decuplicato, fino a un raggio di 50 km, coprendo di fatto buona parte dell’Agro Romano. A quanto pare negli ultimi giorni, non si capisce bene in che modo, tale divieto sembrerebbe tornato in vigore entro soli 5 km.
In pratica stiamo assistendo a un flusso continuo di dati confusi, di rassicurazioni mediatiche accompagnate da numeri preoccupanti.
Il Sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, intanto sembra aver deciso che l’incendio della Eco-X sia un problema che riguarda solo la sua amministrazione, senza alcun confronto con l’esterno, in una serie continua di ordinanze. D’altra parte il sindaco sul tema gestione dei rifiuti ha posizioni tristemente chiare, sostenendo il progetto dell’inceneritore a bio gas da realizzare proprio a Pomezia, dove già sorgono i depositi di carburanti dell’ENI e della Liquigas.
L’appalto del progetto è stato assegnato alla CoGeA che si occupa di smaltimento rifiuti industriali e speciali, società che ha come progettista l’ingegner Baruchello indagato nell’inchiesta “Mondo di mezzo” sulla gestione di rifiuti in Mafia Capitale.
Piccola nota a margine sull’avvilente atteggiamento sulla questione delle persone che vivono appena fuori la zona colpita, le quali hanno manifestato davvero scarso interesse, fino a quando l’area interdetta a livello alimentare è stata ampliata vertiginosamente.
Benché non ci si aspetti che tutti conoscano la geografia dell’agricoltura italiana, e sappiano che quello coinvolto è un enorme bacino produttivo, tuttavia ci troviamo ancora una volta a ribadire che in ogni angolo del pianeta nessuna lotta è circoscritta.
Non esistono territori di serie A e territori di serie B, non ci sono disastri ecologici che non riguardano tutt@.
La scarsa presenza (o anche la totale assenza) di gruppi organizzati di resistenza della terra in un determinato territorio non giustifica alcuna forma di lassismo e disinteresse altrove.
L’unione delle lotte è l’unione nella lotta.

Anonimi Antispecisti Pontini

Fonti: Il CaffèAslRoma Comune Pomezia