La resistenza contro il G7 dalla tavola alle strade

I vertici e le dinamiche di potere non possono che essere combattuti e contrastati dal basso, attraverso azioni dirette e lo svilupparsi di una coscienza collettiva che porti a prendere le distanze dal sistema, non ad appellandosi ad esso elemosinando quello che non potrà mai essere considerato un vero cambiamento, ma solo una serie di compromessi che fanno comodo esclusivamente all’oppressore.
Una coscienza collettiva che non faccia distinzione tra le vittime di oppressione e che possa condurre ad una visione globale della questione, identificando come proprie anche quelle cause percepite come distanti.
In questi ultimi giorni si sono intensificate le iniziative contro il G7: il vertice dei ministri dell’economia delle sette nazioni sviluppate con la ricchezza nazionale netta più grande al mondo (Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Canada e Stati Uniti).
Una mobilitazione che lo scorso 13 maggio, tra le altre, ha visto Bologna scendere in piazza con un’iniziativa di protesta rivolta al G7 Ambiente che si terrà nella città il prossimo 11 giugno.
L’azione condotta dagli/dalle attivist* ha voluto portare l’attenzione sui recenti fatti di Standing Rock, sulla centralità dell’acqua come risorsa vitale per eccellenza il cui accesso dovrebbe essere garantito a tutt*; ai delicati equilibri climatici e al ruolo delle banche: Intesa San Paolo e le sue associate sono tra i principali finanziatori di progetti come il Dakota Access Pipeline.bologna nodapl
A Bari invece si terrà il G7 finanziario, e a tale proposito vogliamo segnalarvi un’iniziativa lanciata dal Progetto Sfruttazero, che propone un contest le cui modalità di partecipazione sono disponibili sul sito di riferimento che vi invitiamo a visitare.

Un modo per opporsi al G7 finanziario che nei prossimi giorni si terrà a Bari e che vedrà pochi Ministri dell’Economia decidere le sorti del pianeta.
Col tag #decidiamonoi il Contest vuole diffondere e promuovere quelle buone pratiche di mutualismo e cooperazione economica dal basso già portate avanti dal “Progetto Sfruttazero“, capace di garantire inclusione sociale, solidarietà e i diritti per i lavoratori, e genuinità e socialità tra i consumatori. Tale progetto che nasce nella stessa Bari del G7 dei prossimi giorni e a Nardò, si oppone al centralismo, allo sfruttamento, alla speculazione, alle logiche di mercato; in modo concreto, attraverso la socializzazione dei proventi, la partecipazione ai processi di produzione e trasformazione, la distribuzione nella filiera Fuorimercato, l’ autocertificazione partecipata, l’ecologia sociale.

Un’iniziativa che fa parte della rete Cucina Sovversiva, un progetto che offre anche nuova linfa al veganismo, restituendogli quella natura radicale di opposizione critica al sistema capitalista che dovrebbe appartenergli di natura, ma che ultimamente viene trascurata riducendo il tutto ad una mera scelta alimentare o ad un marchio da supermercato.

…il progetto “Cucina Sovversiva” utilizza ingredienti di origine esclusivamente vegetale e provenienti dagli auto-produttori. Non dobbiamo confondere la Cucina Sovversiva con la cucina vegana dei supermercati o dei circuiti bio. In tal senso, la Cucina Sovversiva è molto di più che, esteriormente vegana, opponendosi al business che la grande distribuzione sta creando attorno a questa nuova tendenza. Crediamo che comprare prodotti vegani già pronti dallo scaffale del supermercato non è affatto etico. Spesso questi prodotti sono di origine industriale e prodotti e confezionati oltre frontiera. Protestare contro l’alta velocità e comprare prodotti con una filiera così lunga non è per nulla etico, coerente, sovversivo.

Un progetto che in maniera indiretta parla di quell’antispecismo politico (percorso che vede nel veganismo solo il punto di partenza) di cui c’è un’estremo bisogno, ri-spolverando gli argomenti che lo stesso si propone di affrontare in una lotta per la liberazione della Terra e del vivente che, per definirsi tale, non deve trascurare alcuna forma e vittima di oppressione, schiavitù e sfruttamento.