Turchia: condannata a 3 anni di carcere la giornalista Zehra Dogan

Zehra Dogan, giornalista e artista, incarcerata il 23 luglio 2016 per il suo lavoro di informazione e denuncia del regime oppressivo turco che la ragazza raccontava attraverso i servizi e i suoi dipinti, è stata ufficialmente condannata a 2 anni e 9 mesi di carcere.
Negli anni Zehra, attraverso la copertura di notizie offerta e il suo tocco artistico, ha riportato la realtà di città assediate come Cizre, Derik, Dargetic e Nusaybin, ritraendo la devastazione portata dai conflitti, la disperazione di mamme che cercano di recuperare i figli minori e le urla delle donne.
Zehra, dopo essere stata arrestata proprio nella città di Nusaybin, in attesa di essere processata per aver mostrato al mondo la realtà dei fatti, ha diffuso una lettera attraverso la quale traspare tutto il coraggio di chi non si piega alle discriminazioni e alle violenze subite da tutta la vita, esprimendo la ferma volontà di continuare la lotta anche dall’interno di uno dei simboli dell’oppressione.zehra

Ho sempre cercato di esistere attraverso i miei dipinti, le mie notizie, e la mia lotta come una donna. Ora, anche se sono intrappolata tra le quattro mura, io continuo a pensare che ho fatto assolutamente il mio dovere in pieno. In questo paese, buio come la notte, dove tutti i nostri diritti sono stati incrociati con sangue rosso, sapevo che stavo per essere imprigionata.
Voglio ripetere l’insegnamento di Picasso: pensi davvero che un pittore è semplicemente una persona che usa il suo pennello per dipingere insetti e fiori? Nessun artista volta le spalle alla società; un pittore deve usare il suo pennello come arma contro gli oppressori. Nemmeno i soldati nazisti hanno cercato Picasso a causa dei suoi dipinti, e tuttavia io sono a giudizio a causa dei miei disegni.
Terrò disegno. Quando una donna rilascia fiumi di colori, è possibile lasciare la prigione. Ma sono solo pennellate …. Non dimenticate mai, è la mia mano che tiene il pennello!

Rilasciata in un primo momento nel dicembre 2016 dopo 141 giorni di carcere, Zehra adesso dovrà scontare una nuova condanna “colpevole”, come accuduto a molt* altr* collgh*, di aver mostrato e raccontato la verità, una verità puntualmente celata dal regime dittatoriale turco che vede nella censura una delle principali armi per il controllo delle masse.

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