Ken-Saro Wiwa è ancora vivo… nella lotta di chi resiste

Il 10 novembre del 1995, in una prigione di Port Harcourt (Nigeria), Ken-Saro Wiwa viene impiccato assieme ad 8 attivist* del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni People), arrestat* solo un anno prima per aver contrastato l’opera colonizzatrice condotta da Shell ed Eni.
Una resistenza iniziata negli anni ’80 quando il poeta attivista, appartenente alla tribù Ogoni, iniziò a riunire e guidare il proprio popolo contro le multinazionali petrolifere, nel tentativo di contrastare il saccheggio da loro condotto sul Delta del Niger attraverso opere estrattive che negli anni avrebbero danneggiato irreversibilmente l’intero eco-sistema locale, condannando ogni forma di vita della zona.
Nel 1990 una manifestazione di 300.000 permise alla resistenza del popolo Ogoni di ottenere una risonanza internazionale, per una lotta che rientra in quel quadro storico di opposizione al sistema capitalista verso la liberazione della Terra.
Nonostante il greenwashing non fosse un fenomeno ancora così diffuso e applicato come può esserlo ora, nel 1997, a soli due anni dall’uccisione di Ken-Saro Wiwa per mano di Shell sostenuta a sua volta dal governo nigeriano, il WWF corse in soccorso della multinazionale in questione assegnandole il Premio Ambiente di quell’anno.
In quello stesso momento, mentre il WWF si prodigava nel ripulire l’immagine della multinazionale petrolifera, nelle carceri nigeriane 19 attivisti Ogoni venivano torturati dal regime locale per aver organizzato proteste contro la stessa Shell, dando seguito all’esempio lasciato da Ken-Saro.ken_saro_wiwa
“Perché troppo amato l’hanno ammazzato davanti a tutt*…”, è ciò che recita A sangue freddo, testo scritto dal Teatro degli Orrori in memoria del poeta attivista.
Il sistema attraverso l’assassinio di Ken-Saro voleva creare un esempio che intimidisse e reprimesse le masse, ha ottenuto nuove generazioni di ribelli che lottano e si oppongono ai regimi oppressivi anche nel suo nome.

Un difensore della Terra che ricordiamo attraverso le parole di una sua poesia.

La vera prigione

Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un’intera generazione
È il poliziotto che corre all’impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
…Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione…
Ken Saro-Wiwa
(Bori, 10 ottobre 1941 – Port Harcourt, 10 novembre 1995)