Lo stato argentino criminalizza la resistenza Mapuche: siamo tutt* terrorist*

L’opera di criminalizzazione della resistenza Mapuche da parte dello stato argentino e cileno passa attraverso l’insabbiamento di morti sospette, troppo spesso fatte passare come suicidi.
Macarena Valdés, appartenente alla comunità Mapuche di Newen de Trangiul e trovata morta nella sua casa il 22 agosto 2016, non si è impiccata, come classificato da Carabineros e medico legale, ma si tratterebbe di un’altra vittima del regime oppressivo cileno.
Per oltre un anno la famiglia di Macarena ha lottato per giungere alla verità sulla morte della ragazza il cui corpo (come attesta la perizia del medico legale Luis Ravanal) è stato collocato sulla trave già privo di vita.

Sono state formulate opinioni e ci sono state diagnosi senza confutare le prove, in questo caso istologia microscopica, quindi questa è la grande debolezza dell’indagine, in particolare quella svolta dal servizio medico legale. Si tratta di una situazione che è già stata ribadita in altri casi analoghi in cui le diagnosi sono date per scontate sulla base di ipotesi, ma a lungo termine dal punto di vista scientifico non hanno una conferma oggettiva e quindi genera questa serie di dubbi su non solo la qualità tecnica, ma anche le vere cause della morte in un’indagine criminale.
(Luis Ravanal)

Macarena, la cui morte è stata mascherata da suicidio per coprire l’ennesimo omicidio di stato, è stata uccisa perché lottava contro il progetto idroelettrico della multinazionale austriaca RP Global appoggiata a sua volta dalla società di distribuzione elettrica cilena Saesa.

Una vicenda, non ultima, che riporta alla mente quanto accaduto al compagno anarchico Santiago Maldonato nell’estate del 2017, il cui corpo senza vita fu ritrovato a quasi 3 mesi dalla sua scomparsa: quel 1° agosto quando uno squadrone della gendarmeria fece irruzione nella comunità di Pu Lof, spesso teatro della violenta repressione condotta dallo stato argentino ai danni del popolo Mapuche.
Una repressione a cui fa eco il documento recentemente rilasciato dal Ministero della Sicurezza, con il quale il governo ha emanato un comando unificato che condanna e etichetta come “terrorismo” la lotta della RAM (Mapuche Ancestral Resistance).
La RAM, che ha ottenuto immediata solidarietà e appoggio dalla Resistenza Cushamen di Pu Lof e dal Movimento Puel Mapu, è l’espressione della resistenza Mapuche ad esser stato maggiormente criminalizzato dallo stato argentino in questi ultimi anni, in quanto principali oppositori all’opera colonizzatrice condotta da Benetton a partire dal 1991.fuera-benetton-del-territorio-mapuche-300x200

La resistenza del popolo Mapuche è da 130 anni un grande esempio.
Mantengono la propria cultura e le proprie tradizioni difendendo le terre ancestrali dalla repressione fascista dello stato e dallo sfruttamento capitalista.
Non intendono lasciare la loro terra e mai la lasceranno: “perché siamo vivi, continuiamo a resistere e combattere!” – “Lasciare i territori non è un’opzione per i Mapuche, anche se questo è a rischio della vita stessa”.
Vengono incarcerati e uccisi.
Sono terroristi perché si oppongono al furto legalizzato delle loro terre in nome dello sfruttamento minerario, idroelettrico, petrolifero ecc.
Sono terroristi perché lottano per la libertà e non accettano l’oppressione di stato e multinazionali.
Sono terroristi perché pretendono giustizia per i compagni uccisi e incarcerati.
Allora siamo tutti terroristi: complici e solidali con la resistenza Mapuche!

Fonti: Diario UchilePagina12 – Mapucheexpres