no pasaran

L’incoerenza di una giornata (il cui significato non dovrebbe esaurirsi con essa) che guarda al passato ignorando lo stato attuale dei fatti: il riemergere di una piaga che non si può debellare con le celebrazioni.
In questa giornata, in questi giorni, negli ultimi tempi troppe espressioni di fascismo, neo-nazionalismo e xenofobia sono state passivamente avvallate da chi, non prendendo posizione, di conseguenza diventa complice di queste nuove derive, offrendo spazi e ospitalità a gruppi appartenenti all’ultra-destra.

I rigurgiti nazisti di questo paese sono un problema serio che non si può delegare a partiti in cerca di voti in periodo elettorale o alle istituzioni che sempre più spesso si spendono per proteggere i militanti di queste organizzazioni, con ingenti mezzi e somme di denaro pubblico.
Rilanciamo, quindi, l’idea che sia necessario un antifascismo completamente diverso da quello celebrativo delle ricorrenze annuali o da quello formale istituzionale: un antifascismo culturale, attivo, militante e quotidiano.

Un estratto del comunicato pubblicato dal PNRebel di Pordenone, a seguito dei concerti tenutesi proprio il 27 gennaio presso il “circolo culturale” Langbard ad Azzano Decimo, che ospiterà un evento organizzato dal Veneto Fronte Skinhead e che vedrà esibirsi gruppi metal neo-nazisti provenienti da tutta Europa.
Locale che nella notte è stato “decorato” grazie ad un’azione dei/delle compagn* del Coordinamento Antifascista Pordenone, che nel comunicato sottolinea la complicità di istituzioni e servi dello stato:

E’ stata un’azione simbolica ma che ci ha visti arrivare a pochi metri dal luogo dell’indegna kermesse, la legalità pare invece “non possa” fare nulla, in barba a tutte le sue leggi e le sue forze dell’ordine. Anzi, oggi, con il beneplacito del comitato dell’ordine e della sicurezza di Pordenone la polizia verrà schierata a garanzia del puntuale svolgimento del concerto nazista e affinché nulla possa turbare l’evento.

Atteggiamenti passivi e colpevoli di complicità già visti nei mesi scorsi al Colony di Brescia, che ogni anno a dicembre ospita il Black Winter Festival, nonostante i gestori si definiscano di “sinistra”, ma che inchinandosi al dio denaro giustificano l’accaduto dietro ad un’affermazione vuota quanto preoccupante: “servono a fare cassa”.
Atteggiamenti che recentemente sono stati sanzionati a Livorno, dove un’azione antifascista ha voluto puntare il riflettore su chi offre spazio a gruppi e partiti di destra.
Derive neo-fasciste che, a causa di approcci apolitici (ma non apartitici) e qulunquisti, hanno nel tempo trovato terreno fertile negli ambienti eco-animalisti, infiltrandosi e strumentalizzando la lotta per la liberazione animale per fini propagandistici ed elettorali, distorcendo la vera natura e fine ultimo dell’antispecismo: come segnalato dal portale Contagio Antispecista attraverso un dossier di recente pubblicazione.
Afrin, Rojava, Gaza, Calais, Rosarno, migranti, Mapuche, popoli indigeni, vittime delle multinazionali, del neo-colonialismo e dei regimi oppressivi ad esso connessi, alimentati e sostenuti dagli ingranaggi del capitalismo.
La memoria del passato non deve essere solo commemorativa, ma la miccia che accende la resistenza del presente, contro fascismo e specismo, perché non esiste liberazione se non si combatte ogni forma di dominio sul vivente.

Ora e sempre resistenza!

VM