GLI-F4 – La granata anti zadistes… e non solo

Il 22 maggio 2018, nel corso del sesto giorno di guerriglia nell’ambito della seconda ondata di sfratti da quando è iniziata la militarizzazione della ZAD di Notre Dame des Landes lo scorso 9 aprile, un ragazzo di 21 anni ha perso una mano a causa dello scoppio di una granata GLI-F4: ordigno abitualmente utilizzato dalla gendarmeria francese nel corso delle operazioni per il mantenimento dell’ordine pubblico.
La granata in questione, in dotazione alla gendarmeria dal 2000, è prodotta dalla Alsetex, azienda appartenente alla multinazionale francese Etienne Lacroix che si occupa della progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi e servizi pirotecnici attraverso, anche, progetti condivisi con istituti scolastici ad indirizzo scientifico.lacroix
La particolarità della GLI-F4 (Granata Lacrima Istantanea o anche definita “granata assordante”) è quella che viene definita “effetto combinato”, in quanto è composta da 10 grammi di gas lacrimogeno (puro CS) e 25 grammi di TNT (tritolo). Può essere lanciata a mano o, come accade spesso, con l’utilizzo di dispositivi di propulsione che vedono l’impiego di due gendarmi: un addetto al lancio ed un supervisore con la prospettiva necessaria per valutare la situazione e guidare l’operazione.
La sua detonazione può raggiungere i 165 decibel percepiti sino a 5 metri dalla zona in cui avviene l’esplosione, provocando un effetto psicologico stordente che può portare ad una sordità permanente e all’amputazione degli arti, come viene ampiamente descritto, in un’astuta strategia di greenwashing, nel rapporto del 2014 redatto dell’IGPN (Ispettorato generale della Polizia nazionale) e dell’IGGN (Ispettorato generale della gendarmeria nazionale) in cui si afferma che: “l’utilizzo della GLI-F4, in quanto granata, può mutilare o ferire, o provocare danni irreversibili all’udito”.grenade-lacrymogene-gli-f4-arme-armement_6062314
Dal 2001 ad oggi si possono contare, compreso il recente caso di amputazione, almeno 6 episodi gravi (tra ferimenti e decessi) correlati all’utilizzo della GLI-F4 da parte della gendarmeria francese, negli anni divenuta a tutti gli effetti la granata anti zadistes.
Il 15 agosto del 2017 a Bure, nel corso di una manifestazione contro il progetto della discarica sotterranea di rifiuti nucleari promosso dalla multinazionale Cigeo che distruggerebbe il bosco di Lejuc, un’attivista (Robin) perse un piede a causa dello scoppio di una granata GLI-F4.
Andando a ritroso nel tempo è possibile registrare altri 3 casi analoghi: il 25 gennaio del 2001 Edouard Walczak perse una mano nel corso di una manifestazione a Lille nel tentativo di rilanciare quella che aveva scambiato per un fumogeno, come accaduto nell’ottobre del 2013 a Mickaël Cueff durante un corteo a Pont de Buis, mentre il 29 gennaio 2009 a Saint Nazaire, dopo aver lasciato una manifestazione contro il sistema pensionistico, Pascal Vaillant viene raggiunto da una GLI-F4 che lo renderà diversamente abile al 75%.

Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2014, nel corso di una manifestazione contro il progetto della diga Sivens, Rémi Fraisse, attivista per la liberazione della Terra anche lui di 21 anni, viene ucciso dallo scoppio di una F1 (fino a quel giorno utilizzate in combinazione con le GLI-F4) granate utilizzate nel corso dell’operazione repressiva condotta dalla gendarmeria francese.
Quella notte, in 3 ore di scontri, vennero sparate 237 granate (33 a mano), 38 granate GLI-F4 (di cui 8 a mano libera) e 23 granate offensive F1, tra cui quella che uccise Rémi Fraisse.grenades_nomenclature-44d23-b0270
Nonostante la comprovata pericolosità, ammessa anche dalla stessa azienda produttrice, l’utilizzo della granata GLI-F4 è previsto e tutelato a norma di legge da un articolo del codice penale e uno del codice di sicurezza interna della Francia.
Decreti che ne giustificano e legittimano l’impiego a discrezione del livello di pericolosità percepito dalle forze dell’ordine, qual’ora manganelli, idranti e gas lacrimogeni si rivelassero inefficaci al mantenimento dell’ordine pubblico.
Non si tratta di fatti accidentali o incidenti isolati, ma di un sistema appositamente strutturato per reprimere ogni focolaio di resistenza, da quella che dovrebbe essere una libera espressione di dissenso, alle occupazioni, blocchi, pratiche dirette di difesa e liberazione della Terra e di chi la popola.
Un sistema repressivo che possa giustificare l’uso di ordigni esplosivi letali e un sempre crescente dispiegamento militare, come sottolineato nel comunicato dell’equipe medica della ZAD a seguito del ferimento del 22 maggio scorso, il cui testo riportiamo di seguito.

La presenza della polizia ci ha impedito di aiutare questa persona, quindi non sappiamo cosa gli è successo e la natura esatta delle sue ferite.
Per diverse settimane, abbiamo avvertito della pericolosità con cui vengono utilizzate le armi della polizia.
Deploriamo la drammatica situazione di oggi, ma non ne siamo sorpresi.
Abbiamo già dovuto gestire oltre 300 feriti nelle ultime settimane colpiti, tra le altre cose, dalle granate GLI-F4.
Riaffermiamo che ciò che il governo sta facendo per sopprimere la ZAD è probabile che ogni giorno causi una vittima, tutto per continuare a distruggere case e luoghi di vita.
La situazione di oggi porta a domandarci ulteriormente: fino a che punto si spingerà lo stato per combattere le forme di vita collettive che non rientrano nelle dinamiche da loro volute?

VM

Fonti: ZAD Nadir – lexpress paris-luttes