Ni Oubli Ni Pardon! Il ricordo nella lotta antispecista/antifascista

Stringere accordi o collaborazioni con organizzazioni di estrema desta.
Accettare il sostegno e il supporto o, peggio ancora, appellarsi a gruppi, partiti e associazioni fasciste pur di raggiungere il proprio scopo, legittimandone così pratiche e operato, pone i/le dirett* interessat* su un piano di complicità con chi diffonde idee xenofobe, razziste, sessiste, omotransfobiche, alimentando l’attuale clima di intolleranza che spesso si cela dietro una visione molto soggettiva di “sostenibilità”, tradotta in libertà solo per alcun*.
Spesso chi fa notare criticità e incoerenze viene indicato come radicale (utilizzato in maniera dispreggiativa, quasi fosse un insulto, mentre dovrebbe rappresentare uno degli obiettivi da raggiunge) o disfattista, in quanto viene considerato inaccettabile “attaccare” (ovvero mostrare il vero volto) quelle organizzazioni ritenute intoccabili dall’opinione pubblica, sulla base di preconcetti, per comodità (negando l’evidenza anche di fronte ai fatti) o, più comunemente, per disinformazione.
Ciò che viene altrettanto spesso dimenticato, omesso, tralasciato o, per comodità, volutamente ignorato, facendo sorgere incomprensioni e alimentando confusione, è il fine ultimo da scorgere all’orizzonte: la liberazione totale!
Non di una sola specie perché in via d’estinzione o meno, non di un singolo territorio perché è quello abitato voltando le spalle alle lotte affini, ma la liberazione di tutte/i/o.
Quella liberazione totale per cui si batte(va) Clément Méric, attivista antispecista ucciso per mano fascista a 19 anni, assassinato non solo da chi l’ha accoltellato, ma da chi, più o meno volontariamente, preferisce l’omertà alla verità.
Attivista antispecista (termine che sottintende l’antifascismo) ucciso il 5 giugno 2013 da Esteban Morillo allora membro del gruppo fascista Troisième Voie: organizzazione nazionalista francese sciolta successivamente a seguito dell’assassinio di Clément.
Numeros* membri del gruppo in questione, fondato da Serge Ayoub (già ex leader dei naziskin di Parigi), fanno a loro volta parte della fondazione Brigitte Bardot, tra cui Nathalie Krier e lo stesso assassino di Clément che negli anni hanno usato più volte infiltrarsi in manifestazioni e iniziative per la liberazione animale.
La fondazione Brigitte Bardot (fondata dall’ex diva che come un vanto ha più volte sbandierato e rivendicato le proprie idee xenofobe), millantando un animalismo antropocentrico volto al business e alla cura della propria immagine, ha spesso offerto sostegno economico all’associazione Sea Shepherd, nella figura del suo leader Paul Watson che non ha mai disdegnato tale supporto.
Questo in risposta alle numerose mozioni che vengono mosse ogni qualvolta si fanno notare le incoerenze di un’organizzazione che si, non si è mai dichiarata ne antifascista ne, tanto meno, antispecista, ma che vede troppo spesso tra i/le suoi/sue sostenitori/trici chi sostiene di esserlo, sfoggiando il vessillo di un’associazione welfarista (tra le molte animaliste e/o ambientaliste) parte dello stesso sistema che si pensa di combattere.
Vogliamo ricordarlo così Clément, con una provocazione ed un’appello, affinché l’antispecismo/antifascismo non venga ridotto ad un’etichetta da esibire quando fa comodo senza magari averne colto il significato, ma come valore da esprimere ogni giorno per ciò che rappresenta: una sola lotta contro ogni espressione di potere, dominio e prevaricazione che deve essere difesa, coltivata e rinnovata nel quotidiano da chi dice di farne parte.

Non dimentichiamo, non perdoniamo: i/le ribelli non muoiono mai!

VM