ZAD de Bure: repressione su attivist* antinucleare

La criminalizzazione sistematica di chi si oppone a dinamiche e progetti che prevedono lo sfruttamento di terre e la persecuzione dei viventi è un fenomeno in crescita costante, per intimidire chi resiste e far apparire stati e multinazionali come vittime o paladini del giusto.
Diversi stati, dalla persecuzione del popolo Mapuche in Chile e Argentina a quella subita da chi resiste nelle ZAD, allo scopo di destabilizzare le lotte di liberazione hanno adottato il così detto “crimine di solidarietà”, spesso applicato con effetto retroattivo, e che colpisce chiunque esprime vicinanza alle vittime della repressione.
Il 20 giugno scorso il movimento antinucleare che si oppone al progetto CIGEO, ovvero la realizzazione di una discarica sotterranea di rifiuti nucleari nel cuore del bosco di Lejuc (dipartimento della Mosa, a pochi chilometri da Parigi), ha subito una violenta ondata di repressione.
A pochi giorni dalla manifestazione andata in scena a Bar le Duc, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone ed ha permesso di riallacciare rapporti con comunità direttamente colpite dal progetto CIGEO, 11 attivist* sono stat* raggiunti sui loro posti di lavoro dalle forze dell’ordine, perquisit*, gettat* a terra, ammanettat* e 8 di loro trasferit* in carcere.
Nello stesso momento uno degli avvocati che si occupano di difendere gli/le attivist* antinucleare è stato a sua volta arrestato e indicato dalle forze dell’ordine come ulteriore indagato.
Nessuno e intoccabile, è il messaggio che tramite quest’azione repressiva la gendarmerie francese ha voluto lanciare agli/alle attivist* che, in risposta, hanno lanciato per oggi (27 giugno) una giornata di mobilitazione diffusa, con manifestazioni e presidi in diverse città.

La repressione non ci farà tacere, restiamo solidali!

PP

Fonti: vmc liberation