Comando Jungla: la repressione Mapuche da Pinochet ad oggi

Un’operazione chirurgica nell’ambito di quel fenomeno di criminalizzazione della resistenza, ormai largamente diffuso, che vede gli/le oppress* etichettati come terrorist*, mentre chi promuove pratiche di sfruttamento e persecuzione (multinazionali, istituzioni e stati) tenta di nascondere il proprio operato vestendo i panni della vittima.
Lo stato cileno, nella persona di Sebastián Piñera (attuale presidente), il 29 luglio scorso ha presentato a Temuco il Comando Jungla: un nuovo squadrone composto da 80 carabineros addestrati tra Colombia e Stati Uniti incaricati di svolgere operazioni preventive nelle regioni del Bio Bio e dell’Araucania.
Armati di binocoli e telecamere, di blindati e sistemi aerei che non necessitano di equipaggio, questi carabineros si aggireranno per le aree assegnate a caccia di Mapuche, per reprimere sul nascere qualsiasi atto di resistenza, perché di questa si tratta.
Quelle del Bio Bio e dell’Araucania sono aree soggette a neo-colonizzazione e accaparramento delle terre da parte delle multinazionali sin dall’epoca di Pinochet, regime fascista che oltre al land grabbing ha lasciato in eredità anche il crimine di terrorismo applicato sui popoli che tentano di recuperare le terre ancestrali rivendicandone l’appartenenza.
Quello che lo stato cileno, tanto quanto quello argentino, identifica e spaccia come terrorismo è la lotta centenaria di un popolo al quale, nel nome del capitalismo, sono state strappate le terre sin dai primi anni del secolo scorso, e che adesso tentano di recuperare attraverso una resistenza attiva.
Come le azioni di resistenza incendiarie del 19 e 29 giugno, e del 2 luglio scorsi rivendicate dal Coordinamento Arauco Malleco, che hanno permesso la distruzione di 11 macchinari appartenenti alle multinazionali presenti nelle foreste dell’Araucania.
Si tratta dei gruppi Matte e Angelini, due consorzi che vantano storiche collaborazioni tra cui il contributo offerto all’affermazione del regime instaurato da Pinochet negli anni ’70.
Matte-Angelini, oltre ad aver finanziato la campagna elettorale dell’attuale presidente Piñera vista la sua dichiarata volontà di perseguitare le comunità Mapuche, detengono a loro volta la quota di maggioranza del Bosques Arauco: la più grande impresa forestale del Chile anche in termini di supporto paramilitare.
Le due multinazionali cilene attualmente si spartiscono il controllo di circa 900 mila ettari di terreno nelle foreste dell’Araucania, dove operano la Forestal Milinco CMPC, controllata dal Grupo Matte, e la Celco (Celulosa Arauco y Constitución) di proprietà di Angelini.
La complicità tra stato e multinazionali è alla base del controllo delle terre e del consolidamento di regimi oppressivi, come già avvenuto a Laja (cittadina della regione del Bio Bio) dove nel 1973 vennero assassinati 14 lavoratori della Compañía Manufacturera de Papeles y Cartones de Chile perché si opponevano al regime di Pinochet. Azienda che, oltre a segnalare i dissidenti, forniva ai carabineros gli autobus per trasportare i prigionieri.
A differenza delle pratiche messe in campo dallo stato (cileno, tanto quanto quello argentino) che spedisce sicari a caccia delle persone, le azioni condotto dalle comunità Mapuche sono volte a colpire gli strumenti d’oppressione, i simboli della repressione e del capitalismo, ma senza ledere direttamente alla vita di nessun*.

Per la Libertà del solitario Facundo Jones Huala!!
Machi Celestino Córdova al suo Rewe!!
Fuori dalle foreste l’idroelettrico e tutti gli investimenti capitalisti sul territorio Mapuche!
Per la Terra e l’autonomia
(Coordinamento Arauco Malleco)

RS

Fonti: peacelink elciudadano werken