Democrazia verde e simpatia

Siamo “ancora fermi” a Barry Horne (attivista per la liberazione animale morto il 5 novembre 2001 a seguito dell’ennesimo sciopero della fame), perché rifiutiamo di scendere a compromessi col sistema, convinti e convinte che, per definirsi tale, la lotta di Liberazione animale e della Terra non possa e non debba essere delegata alle strutture di potere da cui derivano quelle stesse dinamiche di dominio figlie dell’antropocentrismo e che solo dal basso possono essere sovvertite.

Siete ancora fermi a Barry Horne è quanto ci è stato detto in un pomeriggio d’inverno, al termine di un corteo antirazzista ignobilmente strumentalizzato per ragioni che esulano da ogni lotta di liberazione, quando abbiamo fatto notare ai/alle dirett* interessat* che la propaganda animalista che stavano conducendo non solo delegava la lotta a partiti politici, ma a quelle stesse espressioni filofasciste che qualche giorno prima avevano demandato l’ennesimo attentato fascista.ea elezioni
All’urlo di “democrazia e pragmatismo” ci è stato detto di essere “ancora fermi” a Barry Horne, come se questo rappresentasse un insulto, per giunta elargito da chi ha chiaramente svenduto la propria integrità in cambio di qualche falsa promessa, inviti nei palazzi del potere e conseguenti foto sui giornali a testimoniare il proprio grande impegno per la liberazione dell’ego.

Per fortuna siamo “ancora fermi” a Barry Horne, perché è evidente che chi ritiene di essere andato oltre, di essersi “evolut*”, non ha chiaro quale sia il fine della lotta di liberazione animale che, in quanto tale, sottintende quella umana, aspetto che difficilmente può interessare partiti politici razzisti, sessisti, fascisti.ea fi

C’è un’aspetto quasi patologico, come fosse un difetto di fabbrica al quale non è possibile porre rimedio, che pervade l’ambiente animalista, tanto quanto quello vegano e quello antispecista (distinzioni inevitabili anche se così non dovrebbe essere): la simpatia!
Invece che tenere conto del valore politico (politico, non partitico) e del fatto che dovrebbero essere i contenuti proposti a contare, le notizie e le cause da perseguire ottengono più o meno importanza in base alla simpatia che si prova nei confronti del gruppo, realtà o canale informativo che le propone o, ancora peggio, sulla base di quanto queste possano offrire sbocchi a facili protagonismi.

Chi ci segue da tempo lo sa: a noi non interessa essere simpatici, ma efficaci!
Per la liberazione di tutt*, e non per ritorni personali.
Non dovrebbe essere la rincorsa al like o a facili consensi a smuovere le cose, ma la rabbia nei confronti dell’oppressore, a prescindere dalla natura della vittima di turno.
C’è chi sostiene che siamo talmente rivoluzionari da non essere compresi, noi riteniamo che tutto dipenda dal fine che ci si pone, e se questo è la liberazione totale non può certo passare per compromessi o edulcorazioni.
No, l’Antispecismo non è democrazia, ma Antifascismo e Anarchia!

Ringraziamo un noto scrittore rivoluzionario per averci dato in prestito il testo che segue, i/le grandi folli e chi, ponendo la verità davanti ad ogni cosa, ha ancora il coraggio di lottare per qualcosa di puro senza curarsi delle conseguenze.
Perdonateci se per una volta ci siamo permessi di parlare di noi in prima persona, ritenevamo importante riportare alcuni fatti anche per rispondere ad alcune delle domande che spesso ci vengono rivolte.

Democrazia verde
La libertà non la si ottiene camminando carponi in attesa di una briciola di pane gettata da coloro che ne sbranano a quintali. Continuare a credere che democrazia sia sinonimo di cambiamento in positivo è un pò come credere che la felicità la si ottiene giocando in borsa.
La democrazia è verde come la benzina, stesso ossimoro, stessa menzogna.
Ogni volta che saltano fuori termini come democrazia diretta, democrazia partecipativa, democrazia liquida, democrazia a cinque stelle, tre asteroidi, una cometa, democrazia gialla, viola o blu si fa un passo enorme all’indietro.
Non è il delegare che risolverà la miseria in cui nuotiamo, non lo è mai stato, basta guardare gli ultimi secoli e mai lo sarà.
Ora vi è la novità della democrazia legata all’ambiente (nel colore non certo nel messaggio) e alla liberazione animale.
Parlare di liberazione del vivente con in bocca la parola democrazia è come avere un cadavere in casa e parlare contro la pena di morte.
Questa mentalità reazionaria, nel tempo, è andata sempre più a inquinare e ha accompagnato di pari passo lo stato in divenire del disastro.
Questa mentalità che possiamo chiamare antropocentrica e specista trova la sua ragione d’essere nella condizione di dissociazione, di distacco cioè nei confronti del resto circostante, in cui l’essere umano si definisce altro (superiore) dal resto del mondo naturale.
Volete credere che la Terra e coloro che la abitano abbiano un giovamento perchè voi trascinate le catene della delega dalla mattina alla sera?
Bene, se siete contenti voi, ma non cercate di insegnare lo slancio della liberazione animale, sono peculiarità, virtù a voi sconosciute.
Seduti su sgabelli di cristallo in qualche locale chic sorseggiate cocktails alla moda parlando di balene e tendoni da circo, voi dentro al caldo artificiale sorridenti per aver trovato un buon nascondiglio di parcheggio al vostro suv, noi fuori al gelo a seguire i raggi della luna e dei lamenti.
I vostri maestri hanno il ghigno dei carnefici.
Nella foresta, soli, il bramito del cervo fa paura, tranquilli non ci incontreremo mai…