ABC Maps – Autostrade Benetton Cremonini

Il Gruppo Benetton rappresenta senza dubbio uno degli esempi più chiari di come le multinazionali tentino di infiltrarsi in ogni aspetto della vita, condizionando e pilotando il quotidiano a loro vantaggio, rendendo consumatori e consumatrici schiav*, vittime e complici al tempo stesso.
Multinazionale nota forse di più per i suoi successi nel campo della moda (settore che controlla anche attraverso il marchio Sisley), costruiti grazie ad opere di land grabbing, persecuzione delle comunità Mapuche della Patagonia Argentina e uccisioni commissionate, l’impero Benetton si estende ben oltre i negozi di abbigliamento.
Nel 2002 la famiglia Benetton, grazie all’azienda subordinata Edizione S.R.L. e alla finanziaria Sintonia, acquisisce il 30,25% delle quote che ad oggi ne fanno la maggiore azionista dell’allora neo-costituita Atlantia S.p.A. (ex Autostrade S.P.A.).atlantia grafico_azionariato_big
Atlantia S.P.A. controlla oltre 5.000 chilometri di reti autostradali non solo in Italia, ma anche in Brasile, Cile, India e Polonia, oltre alla gestione degli aereoporti di Fiumicino e Ciampino, e di quelli di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez.
Ma la marcia verso il monopolio delle reti autostradali inizia nel 1995, quando grazie ad un’altra società di comodo, Schema34, controllata a sua volta dalla onnipresente Edizione S.r.l., Benetton acquista Autogrill S.P.A.
Regista di questa operazione è Gilberto Benetton, attuale presidente di Autogrill, vice presidente di Edizione S.R.L. che figura come azienda proprietaria della catena di ristorazione, oltre ad essere consigliere di Mediobanca S.p.A. e della stessa Atlantia S.p.A.
Autogrill S.P.A. nasce nel 1977 dalla fusione di tre marchi: Motta (assorbita poi da Nestlé), Pavesi e Alemagna.autogrill marchi
Attualmente presente in 31 paesi e 4 continenti, oltre ad ospitare nei propri locali marchi e multinazionali come Starbucks e Burger King, e alla partnership con Eataly, Autogrill è proprietaria a sua volta di Motta, 1897 Market, Amo, Beaudevin, Café Chocolat, The Buerger Federation, Bubbles wine bar, Bistrot Centrale, Caffé Kimbo, Délice Maison, Duch (Kitchen Bar&Cocktails), ICE, Harvest Market, GrabandFly, Grounded, La Barrila, La Tapenade, Mercedes-Benz Cafè, MKT, Puro Gusto, Pains à la Ligne, Pork & Pickle, The Local, Territori d’Italia, terrazza Aperol, Upperdeck, Urban food market, Spizzico, Ciao Ristorante, A-café.
L’acquisto nel 1999 della compagnia alimentare statunitense HMSHost da parte di Autogrill S.P.A., permette al Gruppo Benetton di estendere il proprio monopolio in Nord America, Nord Europa, Medio Oriente e Area del Pacifico, entrando così anche negli aereoporti, come testimonia la recente inaugurazione di due punti di ristoro Pret a Manger nella struttura di Copenaghen, nelle stazioni ferroviarie e nei centri commerciali.
Nel 2013 Autogrill si affaccia anche all’Eurasia, sottoscrivendo un accordo con le società Novikov Group e Ginza Project viene costituita Autogrill Russia che gestisce la ristorazione nell’aereoporto internazionale di San Pietroburgo.
Quello che non risulta sotto regime di monopolio Autogrill (ovvero Benetton), appartiene o è dato in concessione al Gruppo Cremonini: tra le più grandi aziende europee nella produzione di carne di manzo.
Multinazionale italiana di origine modenese un tempo proprietaria dei fast food Burghy, Cremonini è attualmente tra i principali fornitori di McDonald’s e dei supermercati COOP attraverso la controllata Inalca.
Sulle autostrade, come nelle stazioni ferroviarie e negli aereoporti, Cremonini è presente con i marchi di proprietà Chef Express, Mokà, Mr. Panino, Gourmè, Gusto Ristorante, Bagel Factory e Roadhouse, oltre al monopolio dei distributori automatici attraverso le consociate Ibis, Manzotin e Montana.
Il Gruppo Cremonini, che con Autogrill S.P.A. ha contribuito all’organizzazione della vetrina per multinazionali Expo 2015, è stato tra i pionieri del fenomeno di mercificazione dell’antispecismo, proponendo prima nei punti vendita Chef Express e poi nei fast food McDonald’s un panino vegano, nel tentativo di trasformare in business anche la lotta di liberazione.
Se da un lato l’esteso monopolio detenuto da queste due multinazionali italiane attraverso società di comodo, controllate, affiliate e subordinate può sembrare un impero difficile da smantellare, dall’altro ci offre un quadro di come poter dar vita ad un boicottaggio che ne mini le fondamenta, perché se di impero si tratta a tenerlo in piedi o meno sono le scelte di consumatori e consumatrici.

RS

Altre fonti: adkronos repubblica il sole 24 ore