Neocolonialismo made in italy

Eni, Enel, Salini-Impregilo, Leonardo, Ferrero, Benetton, sono alcune tra le principali multinazionali italiane che hanno fatto dello sfruttamento made in italy, esportato in tutto il mondo, il proprio personale marchio di fabbrica.

I decennali danni provocati dalle operazioni condotte da Eni sul Delta del Niger (con la complicità di Agip e Shell)

I decennali danni provocati dalle operazioni condotte da Eni sul Delta del Niger (con la complicità di Agip e Shell)

Grazie ad un business costruito sulla persecuzione dei popoli, sulla schiavitù animale, su land grabbing, neo-colonialismo, deforestazione, espropri, sostegno a regimi oppressivi e fascisti, alla logica della guerra e ad una copertura che le vede operare in ogni continente, queste multinazionali sono la rappresentazione pratica del “aiutiamoli a casa loro”, con un’estensione dello stato di dominio che dalla Terra ai viventi non risparmia nessun*.

L'opera di neo-colonizzazione condotta dalla famiglia Benetton nella Patagonia argentina: terre strappate alle comunità Mapuche e convertite in allevamenti e luoghi di schiavitù.

L’opera di neo-colonizzazione condotta dalla famiglia Benetton nella Patagonia argentina: terre strappate alle comunità Mapuche e convertite in allevamenti e luoghi di schiavitù.

A questo nutrito manipolo di lobby che rappresentano i piloni del regime capitalista, va aggiunta la forse meno nota Astaldi: tra le prime 25 multinazionali a livello europeo a distinguersi nel settore delle costruzioni.
L’azienda, con sedi a Roma e Milano, recentemente è finita nell’occhio del ciclone a seguito di un progetto idroelettrico che la vede implicata in Chile.
Astaldi, fondata nel 1926, in tutti questi anni ha fornito un importante contributo nei processi di nutrimento della Terra a base di cemento, con all’attivo 500 “gandi opere” realizzate in tutto il mondo, oltre 5.000 chilometri di reti ferroviarie e metropolitane, più di 15.000 chilometri tra strade e autostrade, infrastrutture alle quali si aggiungono 21 ospedali, 20 aereoporti e circa 70 dighe.
Progetti che la vedono operare in quasi 20 paesi, alcuni dei quali coinvolti in conflitti bellici e dove sono in vigore regimi oppressivi come in Turchia e in Russia, o che detengono il primato delle uccisioni tra gli/le attivisti ambientalisti e difensori della Terra, come l’Honduras.astaldi progetti
Tra le vari realizzazioni ci sono il MOSE (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico): serie di paratoie mobili funzionali ad isolare la laguna di Venezia dall’Adriatico nel corso degli eventi di alta marea.
La linea della MetroC di Roma, progetto indagato per corruzione, oltre ad aver contribuito alla distruzione di un’area verde della città.
La sede del gruppo farmaceutico Angelini, la linea TAV Roma-Napoli e il settore riservato a chi utilizza i treni ad alta velocità costruito all’interno della stazione di Bologna centrale, la metropolitana di Istanbul e numerosi progetti idroelettrici che, dopo quelli realizzati in Congo e Perù, ora la vedono operare in Chile.
L’area di interesse è la regione del Bio Bio, già teatro della persecuzione dei popoli dal regime Pinochet ad oggi e dove, da qualche mese, è operativo il Comando Jungla: uno squadrone della morte assemblato dallo stato cileno al preciso scopo di dare la caccia alle comunità Mapuche.

Carabineros cileni forniti di armamenti e velivoli prodotti da Leonardo.

Carabineros cileni forniti di armamenti e velivoli prodotti da Leonardo.

Il progetto condotto da Astaldi, annunciato da decenni e accelerato in questi ultimi mesi, prevede l’inondazione di 1.700 ettari di terra per la realizzazione dell’Embalse Punilla: un bacino idrico artificiale che sorgerebbe sul Rio Nuble, all’altezza del comune di San Fabiàn.proyecto_embalse_punilla2-1-1000x562.80
La funzionalità di questo bacino sarebbe destinata a soddisfare la produzione di energia elettrica, attività in realtà complementare volta a giustificare il progetto che, in vero, ha lo scopo di fornire risorse idriche ai settori agro-industriali e agro-alimentari.
Un’opera di land grabbing (accaparramento delle terre) che ha già provocato l’esproprio forzato di 31 famiglie un tempo residenti nel comune di San Fabiàn.
Sradicate grazie ad accordi preventivi firmati a seguito di pressioni da parte della multinazionale italiana e senza la presenza di una documentazione adeguata, il ché ha portato 14 di queste famiglie a non sottoscrivere tali contratti, promettendo resistenza.

RS

Fonti: resumen revistaei