Bayer-washing Monsanto

La pietra miliare di oggi, significa che i due principali innovatori nell’agricoltura ora si uniranno per plasmare l’agricoltura attraverso innovazioni rivoluzionarie a beneficio degli agricoltori, dei consumatori e del nostro pianeta.

Queste le dichiarazioni con le quali gli alti vertici dell’azienda accoglievano l’assorbimento di Monsanto da parte di Bayer.
Un’operazione iniziata nella primavera 2016, a completare un percorso di fusioni che ora vede la gestione del 60% del mercato globale dei semi tradizionali, il 100% delle sementi GMO e il 70% del settore agro-chimico (pesticidi e simili) nelle mani di 3 macro corporazioni: Bayer-Monsanto, Syngenta-ChemChine, DuPont-Dow Chemical, con Basf e Cargill che si spartiscono ciò che resta.
Passato l’entusiasmo dettato dal momento, ora Bayer si trova a dover affrontare la pesante eredità acquisita che, oltre al patrimonio economico, annovera il pacchetto di armi di distruzione di massa prodotte da Monsanto sin dagli inizi del 1900, dal DDT al glifosato passando per PCB e agente arancio, e le oltre 8.000 querele (stime in aumento) pervenute nei soli Stati Uniti dopo la condanna di risarcimento combinata da una corte californiana ai danni della multinazionale statunitense.
Stime che non tengono presente le cause che potrebbero arrivare dall’Argentina, terra avvelenata dall’innesto della qualità di soia geneticamente modificata Roundup Ready e dalla conseguente diffusione dell’omonimo pesticida prodotto con l’uso di glifosato, dove però ai tribunali si preferisce la lotta diretta.
Come in India, il primo paese usato da Monsanto per i propri esperimenti, dove a partire dal 1995, attraverso truffe e false promesse, venne diffuso il cotone Bt il cui impiego condusse al suicidio circa 300.000 contadini nel giro di 20 anni.

…quando la seconda coltura di cotone ibrido ha fallito, allora avvenne un “miracolo”. Cotone Bt. Avvenne così che per primo arrivò il Bt1. Poi la gente cominciò a comprare il Bt2, perché il Bt1 aveva fallito. Poi dissero che il Bt3, il Bt4 avrebbero funzionato… All’inizio dissero che tutto sarebbe andato a posto con uno spray. Oggi, lo stesso Bt ha bisogno di venti spray… (tratto dal documentario Bt: cotton seed of siucide)

Privati delle terre e impossibilitati a provvedere alle proprie necessità e a quelle della famiglia, numerosi contadini iniziarono a togliersi la vita ingerendo lo stesso veleno fornito loro da Monsanto.

L’industria e l’agricoltura non sono complementari, non puoi fare certe cose in agricoltura. L’agricoltura dipende dalla natura!
(tratto dal documentario)

Ed è così che i/le contadin* dell’India qualche anno fa hanno colpito Monsanto direttamente nelle finanze, portando a buon fine il riutilizzo del cotone indigeno, atto di disobbedienza civile che ha fatto perdere alla multinazionale milioni di dollari.
Ma “Se è Bayer è buono”.
Questa la campagna di greenwashing intrapresa dal colosso farmaceutico al fine di cancellare dalla storia i misfatti condotti da Monsanto in oltre 100 anni di attività, titolo immediatamente ridicolizzato dai movimenti sociali che l’hanno ribattezzata: se è Bayer è Monsanto.
La campagna, oltre a voler mistificare gli organismi geneticamente modificati tramite l’attribuzione indebita di caratteristiche salutari, non tiene presente di come l’immagine di Bayer fosse già compromessa a prescindere dall’acquisizione di Monsanto.
Un’operazione che, dall’esterno, non può essere vista che come un’affermazione di coerenza da parte di una multinazionale che ha fatto del genocidio il proprio business.

Per oltre 150 anni, Bayer ha intrapreso un viaggio alla scoperta dell’invenzione e della creazione di prodotti che aiutano le persone in un mondo in crescita e in evoluzione…
(dal sito della Bayer)

Dallo Zyklon-B al glifosato, senza dimenticare i neonicotinoidi, dagli esperimenti in laboratorio a quelli alla luce del sole attraverso la commercializzazione di farmaci e pesticidi, Bayer non ha fatto altro che confermare il proprio trend, consegnando però a chi lotta per una terra libera da veleni e costrizioni un quadro dettagliato del nemico da combattere.
Perché se le fusioni tra queste multinazionali hanno contribuito a far aumentare i rispettivi patrimoni economici, hanno anche semplificato il boicottaggio e sabotaggio di aziende ora dipendenti tra di loro, vulnerabili e instabili come nel bel mezzo di un effetto domino.

VM

Fonti: pagina12 controinformazione reuters