Winter & Jazzy – Il punto sui/sulle detenut* di Hambach

Probabilmente pensano di aver vinto, ma non possono vincere perché hanno bisogno della foresta quanto noi.
Non puoi vincere questa lotta perché ci sono così tante persone là fuori.
Non capisce che non stiamo combattendo per noi stessi, ma per tutti noi.

Parole che stanno facendo il giro del mondo, per qualche giorno censurate dalle autorità tedesche e rimosse dalla rete, come vorrebbe la più fedele tradizione fascista.
Un estratto del discorso tenuto da Winter, circondat* dalla polizia, a pochi istanti dal momento in cui è stat* sradicat* dall’albero che stava difendendo.
Domenica 16 settembre Winter e Jazzy, due comagn* anarchic*, sono stat* arrestat* dopo diverse ore di resistenza, incatent* in una della case sull’albero nell’area del villaggio Nord, uno dei primi ad essere attaccati dalla polizia nel corso delle operazioni di sgombero della foresta di Hambach.
I/le due attivist* il cui arresto porta a 5 il numero degli/delle hambacher attualmente in stato di reclusione, oltre ad UPIII in carcere dallo scorso marzo, sono stat* rinchius* nella prigione di Aquisgrana senza potersi relazionare con l’esterno e con i propri avvocati per i primi tre giorni di prigionia.
Winter e Jazzy al momento rischiano una condannat* a 6 mesi di carcere per resistenza all’arresto, ma pare che le autorità tedesche vogliano appesantire la pena sventolando una sentenza del tribunale regionale dell’alta corte di Stoccarda per cui è prevista la reclusione dei/delle resistenti che presidiano un’area “in attesa di una imminente operazione di polizia”.
Nella sua dichiarazione Winter, che come Jazzy non ha fornito alla polizia i propri dati personali, ha chiesto a solidali e vicini ai/alle detenuti di non presentarsi al processo, per tutelare le identità di chi lotta per la difesa di Hambach e la liberazione della Terra.
Questa è la situazione degli/delle attivist* trattenut* in carcere, ma dall’inizio delle operazioni di sgombero ad oggi decine di persone sono entrate ed uscite dalle prigioni di Aquisgrana e Colonia.
Anche giovedì 19 settembre, nonostante la tragica scomparsa del giornalista deceduto mente documentava la devastazione del villaggio di Beechtown, le autorità non hanno lesinato ad arrestare persone durante lo svolgimento delle veglie che sono andate avanti fino a tarda notte in diverse città tedesche.

Un doveroso accenno va poi fatto ai collaborazionisti di turno.
Quelle associazioni ambientaliste, Greenpeace in testa, che in questi anni si è recata nella foresta col conta gocce non più del tempo necessario per scattare una foto con la presenza del proverbiale striscione, che nei giorni scorsi non hanno esitato a sedersi al tavolo a dialogare con la multinazionale energetica RWE, per raggiungere un accordo che non tiene conto della lotta e dei fatti in corso.

Fonte: abcrhineland (contatto diretto per reperire info su detenuti)