Hambach – MAZ 46: forme di vita Resistenti

La prevaricazione della Terra, che si tratti di grandi opere, agrobusiness, estrazioni minerarie, nocività o guerra deve essere vissuta come un attacco generale alla libertà di ogni vivente, a prescindere dal luogo colpito.
La Resistenza di Hambach, sin dagli albori, ha riconsegnato alla lotta di Liberazione della Terra quei valori primordiali che dovrebbero porla al centro del processo di Liberazione Totale.
Un mosaico di lotta talvolta irrealizzabile a seguito dell’assenza, voluta o meno, di alcuni imprescindibili tasselli che, se tralasciati, oltre a promuovere approcci settoriali e territorializzanti, agevolano l’auto-rigenerarsi di un sistema alla constante ricerca di nuove vittime se lo stesso non viene destabilizzato in ogni suo singolo aspetto.
Dopo le operazioni di sgombero nell’agosto 2018 più volte gli/le hambacher hanno sottolineato la necessità di azioni decentralizzate allo scopo di amplificare il significato della Resistenza condotta all’interno della foresta, mostrare il volto di mandanti e complici della devastazione in corso, e supportare altri obiettivi sensibili.
Il 13 ottobre scorso una di queste azioni si è tradotta nell’occupazione di alcune abitazioni dismesse nella piccola cittadina di Manheim, alle porte della foresta, attraverso la quale è stato possibile sviluppare la MAZ: Manheim Autonomous Zone.
Un progetto per lo sviluppo della vita autonoma, promuovendo spazi spazi liberi di socializzazione e relazioni col vicinato al fine di sostenere la resistenza di Hambach.
La cittadina di Manheim è una delle maggiormente colpite dalle opere estrattive e di espansione della miniera di lignite condotte da RWE, attraverso espropri e demolizioni forzate.

Un altro dei nostri obiettivi principali è stato quello di evidenziare la terribile situazione degli abitanti di Manheim e di altri villaggi vicini, che sono stati espulsi dalle loro case da RWE per motivi di ecocidio e profitto privato.
L’economia capitalista non ha il diritto di trasformare quella che per generazioni è stata la casa in intere famiglie in una fossa tossica.
E riaffermiamo la nostra intenzione di restituire le case di Manheim a tutti gli ex residenti che mostrino il desiderio di tornare.

Sin dai primi giorni di occupazione la MAZ è stata soggetta ad una violenta repressione da parte delle forze dell’ordine che hanno negato loro ogni forma di approvvigionamento, arrivando a perseguitare il vicinato solidale con percosse e arresti, fino alla perquisizione di un bambino che voleva portare biscotti ai/alle resistenti.
Giovedì 25 ottobre, alle 8 del mattino, sono iniziate le operazioni di sgombero della MAZ durate oltre un giorno, grazie alla resistenza di numeros* attivist* barricatisi sul tetto di alcune delle abitazioni.
Un progetto basato sull’autodeterminazione e l’auto-organizzazione, al pari della vita condotta nelle ZAD e nella stessa foresta di Hambach, espressioni che spaventano il sistema e ne minano le fondamenta, in quanto dimostrazioni pratiche di come sia possibile esistere indipendentemente da esso.

Una bandiera nero/verde indicava la MAZ, ma questo ormai è un aspetto dato per scontato nel panorama di lotta che caratterizza la Resistenza di Hambach!

VM

Fonte: enoughisenough