La repressione alle porte di Hambach

RWE vuole mettere le mani sul Meadow Camp.
L’acquisizione di questo lembo di terra alle porte della foresta di Hambach è una tappa fondamentale nell’ambito dell’opera di ampliamento della miniera di lignite, oltre al fatto che rappresenterebbe la cancellazione di uno dei luoghi simbolo della Resistenza.
Campo base di importanza storica, tra i primi ad essere fondati agli albori dell’occupazione della foresta, il Meadow Camp ha sempre rivestito un ruolo fondamentale per le occupazioni sugli alberi in quanto punto nevralgico per l’accoglienza degli/delle attivist*, lo smistamento di materiali e generi di prima necessità.
Avvolto da un costante clima di sgombero, negli ultimi mesi del 2018 il Meadow Camp ha visto un incremento del livello di repressione da parte delle autorità tedesche che, nel tentativo di ottenerne il monopolio, hanno da tempo avviato un processo intimidatorio contro il proprietario del campo, emettendo ai suoi danni una multa di 25 mila euro a seguito del reiterato rifiuto di cedere ad RWE la terra in questione.
Venerdì 28 dicembre la polizia di Aquisgrana, su richiesta del tribunale distrettuale, ha condotto un’operazione di perquisizione nel Meadow Camp che ha visto un’utilizzo ossessivo dello spray al pepe il cui largo impiego, a detta delle autorità, si è reso necessario a causa del rifiuto da parte di alcun* attivist* di abbandonare le capanne abitate.
Trascinat* fuori dalle strutture, alcun* di loro hanno lamentato problemi respiratori, tra cui un principio di soffocamento provocato dall’inalazione dello spray al pepe.28 spray al pepe
La perquisizione sarebbe stata ordinata in relazione ai fatti risalenti al 21 e al 24 dicembre, quando funzionari della RWE sarebbero rimasti feriti nel corso di un lancio di sassi.
Benché queste siano state le motivazioni ufficiali fornite dalle autorità per legittimare l’irruzione e le conseguenti aggressioni combinate agli/alle attivist*, l’origine dell’operazione sarebbe da cercare altrove.
Ovvero nell’affannosa ricerca di oggetti e attrezzature che potessero screditare la Resistenza allo scopo di poterne giustificare la criminalizzazione e la sistematica repressione, facendo così apparire polizia e istituzioni di riferimento come paladini della giustizia nel disperato tentativo di riottenere consensi da parte dell’opinione pubblica.

VM

Leggi anche
Siamo tutt* criminali

Fonte: taz