Storia capitalista di fango, armi… e invasioni

La moda del momento, all’interno di un minuzioso processo di storpiamento della realtà funzionale a celare la verità, vede taggare di razzismo chi si oppone a politiche repressive e regimi totalitari, o anche solo mostra le incoerenze in essere.
Dopo i procedimenti penali ai danni di attivist* spagnoli per il loro sostegno al boicottaggio dello stato di Israele e il DDL recentemente approvato dal senato degli Stati Uniti volto a criminalizzare la campagna BDS, anche il vignettista brasiliano Latuff è stato accusato di antisemitismo.
La “colpa” di Latuff sarebbe quella di aver immortalato in una vignetta l’arrivo in Brasile delle forze armate israeliane, offrendo un taglio storico e veritiero al loro incontro con Bolsonaro: “Scusa per il ritardo! Eravamo impegnati a uccidere i palestinesi”.brazildam2 latuff
Venerdì 1° febbraio, dopo aver ricevuto gli stessi elogi al momento della ri-partenza dal Brasile, una cerimonia ha accolto il ritorno in patria della delegazione IDF (Forze di difesa israeliane): 130 militari partiti una settimana prima per prestare soccorso nelle operazioni di ricerca delle vittime provocate dal crollo della diga Vale di Brumadinho.
Un’operazione militare mascherata da missione umanitaria nel più classico dei processi di greenwashing, non volto tanto a ridipingere le forze armate israeliane, quanto a raccogliere consensi tra l’opinione pubblica in relazione al consolidarsi dei rapporti politico-economici tra il Brasile e lo stato di Israele.brasile cerimonia israele
Un rapporto che risale già agli anni ’60, quando il perdurare di regimi dittatoriali garantiva un reciproco sostegno tra Israele e l’America Latina in generale che riceveva armamenti come indennizzo all’esportazione di generi agricoli di prima necessità.
Le collaborazioni più recenti vedono il dispiegamento delle forze ISDS (International Security & Defense Systems), fondato da ex agenti del Mossad, nel corso delle Olimpiadi in Brasile del 2016.
Organizzazione specializzata in piani di sicurezza e monitoraggio, ingaggiata dalle autorità brasiliane per 2.200 milioni di dollari più l’inserimento del logo negli appositi spazi pubblicitari nel corso dell’intera manifestazione sportiva, l’ISDS ha addestrato la polizia locale in servizio nelle favelas e dispiegato nelle aree “sensibili” apparecchiature per il controllo.
Supporto militare che Israele aveva già fornito nel 2014, in occasione della coppa del mondo di calcio, quando Elbit Systems ha venduto al Brasile droni Hermes 900 impiegati dal governo locale per sopprimere le manifestazioni contro l’esproprio forzato di oltre 250.000 persone, cacciate dalle case per far spazio alle infrastrutture necessarie allo svolgimento dell’evento sportivo.
Gli stessi droni vengono forniti da Elbit Systems e dalla Bluebird Aero Systems (altra compagnia israeliana) anche al Chile, ne l’ambito della militarizzazione del Wallmapu per il controllo delle foreste dell’Araucania e del Bio Bio.
Un’operazione che, dopo quello palestinese, vede la sistematica persecuzione e criminalizzazione del popolo Mapuche anche grazie al contributo di multinazionali e autorità israeliane.
Droni che, grazie alle tecnologie elaborate dalle suddette corporations, stanno diventando la punta di diamante dell’esportazione israeliana di sistemi militari all’estero che vedono però il loro impiego in molteplici settore, come quello agricolo.
All’inizio del 2019 l’Israel Aerospace Industries (IaI), la maggiore società israeliana nell’ambito della difesa, ha siglato un contratto con l’azienda brasiliana Santos Lab Comercio E Industria Aerospacial per la fornitura di droni dotati di tecnologie avanzate per l’agricoltura di precisione.
Droni armati con i sistemi UAV (Unmanned Air Vehicle) elaborati da Elbit Systems che già nel 2016, grazie ad un accordo firmato con la North Dakota State University vendette agli Stati Uniti i drone militare Hermes 450 da impiegare nell’agrobusiness.
Ma i tasselli mossi recentemente da Bolsonaro vanno ben oltre le strategie di marketing.
Oltre alla vile strumentalizzazione di un disastro ambientale che ha causato oltre 100 vittime e più di 300 dispers*, rimast* tal* anche dopo l’eroico intervento delle Forze di difesa israeliane, la carnevalesca operazione umanitaria ha permesso di “abbandonare” in Brasile numerose apparecchiature militari.
Il fenomeno in corso, oltre alla compartecipazione tra Israele e USA, vuole il Brasile di Bolsonaro interessato nel quadro di cementificazione della campagna anti-palestinese che come prossimo obiettivo vede l’invasione del Venezuela.idf
Sebbene la maggior parte dei paesi latino americani sostenga il piano di ripartizione delle Nazioni Unite del 1947, che ha ufficialmente stabilito lo stato di Israele e portato alla Nakba, il Venezuela ha sempre dimostrato grande accoglienza verso il popolo palestinese, ospitandone la più grande presenza dopo le terre del Medio Oriente.
Un panorama volto a promuovere un’egemonia militare a vantaggio dei regimi totalitari attraverso l’annientamento di quei popoli – mapuche, palestinesi, curdi, migranti in generale – etichettati come scomodi o sacrificabili agli occhi e per la sopravvivenza del sistema capitalista.

RS

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Fonti: middleeasteye times of israel – israel national newsagenzia novaisdsbrasil – sputnick