A scuola di repressione

Gentrificazione
Trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni.

Un termine tecnico, tanto incomprensibile quanto difficile da pronunciale, la cui definizione punta a normalizzare il rastrellamento di chi, non rappresentando una valida fonte di guadagno, viene cacciato a beneficio di quell’eccellenza determinata dal sistema.
Opere di “riqualificazione urbana” che, svendute all’opinione pubblica per necessarie e rivolte al benessere sociale, esprimono equità solo nel trattamento riservato agli obiettivi di turno: perseguitat*, aggredit*, abbattut* senza distinzione alcuna.
Riqualificazione urbana che spesso si traduce nella militarizzazione delle aree di interesse come nel caso delle ZAD (espressione di Resistenza attiva contro la devastazione delle terre) e, più recentemente, del quartiere Aurora di Torino che ha visto come punto centrale di quest’opera di gentrificazione lo sgombero dell’Asilo occupato di via Alessandria.
L’esproprio in questione avrebbe origine dall’interesse (abilmente smentito a fatti ormai accaduti nella più classica delle espressioni di greenwashing) da parte della Scuola Holden, élite dell’istruzione, verso i locali dell’Asilo nell’ambito di un processo di “pulizia” del quartiere attraverso il conseguente allontanamento/repressione/aggressione delle famiglie proletarie della zona e la persecuzione di chiunque muova opposizione verso tale opera.
Fondata a Torino nel 1994, il cui nome è preso dal celebre romanzo di J. D. Salinger, questa scuola privata accoglie tra i 300 e i 400 studenti accuratamente selezionati sulla base di caratteristiche peculiari: il pagamento di rate annuali pari a 10.000 euro.
In risposta al clima repressivo vigente, da qualche giorno è sorto un presidio permanente in piazza Borgo Dora, proprio di fronte alla sede della scuola Holden.
Uno spazio per lo scambio Libero di informazioni e informazione che, per fare il verso ad uno dei fondatori della suddetta scuola, è stato soprannominato Bariccopoli.bariccopoli
Timoniere di questo simbolo di privatizzazione della conoscenza con il 25,5% delle quote azionarie è, infatti, lo scrittore Alessandro Baricco, co-proprietario assieme ad uno dei pionieri dell’eccellenza destinata in basse alla profondità delle tasche.
Quel make up artist di multinazionali, sostenitore del concetto di “benessere animale”, ideatore dello slogan buono, pulito e giusto sdoganato in occasione dell’Expo 2015 di Milano che risponde al nome di Oscar Farinetti, a sua volta fondatore di Eataly che vide l’inaugurazione del primo negozio nel 2007 sempre a Torino.
Detentore del 16% della società, in compagnia di Andrea Guerra (7%) recentemente subentratogli alla presidenza di Eataly, Farinetti promuove corsi ed iniziative che gli permettono di canalizzare quell’idea elitaria di cibo e cultura frutto delle solite pratiche di sfruttamento globalizzato, monopolio e accaparramento delle terre già ampiamente esposta nel corso dell’Expo e, successivamente, attraverso FICO: fabbrica italiana contadina inaugurata a Bologna nel 2017.
Completa il quadro La Feltrinelli che il 20 febbraio scorso, a pochi giorni di distanza dall’operazione repressiva che ha portato allo sgombero dell’Asilo, è magicamente passata dal 31% di quote della scuola Holden a diventarne l’azionista di maggioranza con il 51,5% delle azioni.
Un conglomerato al quale si aggiungono le partnership di multinazionali del calibro di Lavazza, L’Oréal (al centro delle campagne di boicottaggio BDS contro il regime dittatoriale dello stato di Israele ai danni del popolo palestinese), BMW e l’immancabile presenza dell’icona capitalista per eccellenza, in questo caso rappresentata da Banca Mediolanum.
Presupposti che al contrario di quanto erroneamente riportato sul sito della scuola, vedrebbero il giovane Holden impugnare i fioretti dimenticati sulla metro per schierarsi a difesa del quartiere Aurora, contro l’ennesima espressione del crescente e standardizzato clima repressivo calato dal sistema.

La solidarietà ha mille volti, smascherare mandanti ed esecutori di repressione e aggressioni è uno dei molti: liberi tutt* liberi adesso!loc carceri

RS

Fonti: il sole 24 oremacerie