Grow Heathrow: un eco-squat contro l’aereoporto

Un presidio permanente divenuto comunità solidale, contro le leggi capitaliste in questo caso rappresentate da l’inesorabile avanzata del cemento a soffocare quel poco di Terra libera che ancora rimane.
Nel marzo 2010 alcun* attivisti occupano un terreno, in precedenza centro di giardinaggio convertito poi in discarica, e lo tramutano in un eco-squat che oggi vanta oltre 15 case costruite con materiali di recupero.
La comunità di Grow Heathrow, esempio pratico di autosufficienza e autodeterminazione, si pone come opposizione radicale all’espansione dell’omonimo aereoporto di Londra che prevede la realizzazione di una terza pista sulla terra attualmente difesa.

Vivere qui mi ha insegnato molto.
Vivere qui non è facile: ci spremiamo, prendiamo il cibo dai cassonetti o lo coltiviamo da soli, abbiamo creato qualcosa su questa terra che prima era un rottame.
Non abbiamo intenzione di abbandonare questa lotta.
Terry, residente di Grow Heathrow

Martedì 26 febbraio gli ufficiali giudiziari, accompagnati dalle forze dell’ordine impegnate nella sorveglianza dell’ingresso principale allo squat, si sono presentati con un ordine di sfratto per la rimozione immediata delle persone che compongono la comunità.aereoporto londra
Il giorno seguente, scavando delle gallerie sotterranee da un campo adiacente, attivisti e attiviste sono rientrat* nello squat iniziando la riparazione delle case danneggiate, riprendendo il presidio permanente e la lotta contro la terza pista.
In perenne clima di sgombero dal 2017, quest’ennesima operazione intimidatoria giunge non a caso a pochi giorni dall’anniversario di Grow Heathrow.
Un simbolo ed espressione diretta, come nel caso delle ZAD e del modello Rojava, di quell’indipendenza che destabilizza le fondamenta del sistema capitalista.

VM

Fonti: the guardiansquat.net