Prodotto vegan

Ossimoro
Figura retorica consistente nell’accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari.

Per risolvere un problema bisogna prima di tutto riconoscere che c’è né uno.
Quello che oggi rischia di essere erroneamente identificato solo come un’ulteriore reparto all’interno dei templi della grande distribuzione organizzata, in realtà è il risultato di quel minuzioso processo di assorbimento di valori e ideali periodicamente messo in pratica dal sistema, ogni qualvolta venga percepita una minaccia che ne destabilizza schemi e dinamiche di dominio.
Un fenomeno storico che primo o dopo ha colpito tutte quelle espressioni antiautoritarie, anticonformiste, anticapitaliste riducendole a moda, a marchio, alla parodia di loro stesse.
La mercificazione della lotta antispecista ha origine anch’essa da questo meccanismo, dal tentativo da parte delle multinazionali più diffuse di omologare e strumentalizzare a proprio vantaggio ciò che dovrebbe costituire le fondamenta di ogni percorso anticapitalista.
Siamo tutt* schiav* del capitalismo, presupposto difficilmente contestabile.
Ogni aspetto del quotidiano è plasmato per essere dipendente da, e subordinato a tale sistema.
Un conto però è accettarne con riluttanza alcuni frammenti per ragioni di sopravvivenza, consci delle proprie azioni e agendo dove possibile per sovvertirne la struttura.
Un’altro è assecondare, accogliere e fomentare derive volte al mantenimento dello stato di dominio, alimentando nuove frontiere di consumismo per pigrizia, comodità o il perdurare di un mal celato antropocentrismo.
Non deve essere il veganismo ad andare incontro a consumatori e consumatrici, ma il contrario. Attaverso una presa di coscienza mista ad autodeterminazione che punti a spezzare ogni legame di complicità con il sistema di sfruttamento vigente.
Diversamente non si tratterrà dell’inizio di un percorso politico volto alla Liberazione, ma di un mero convincimento funzionale alla conversione verso un marchio piuttosto di un altro.
Si veda l’esempio trasmesso dalla Resistenza di Hambach, dove all’interno del quadro di lotta per la Liberazione della Terra l’antispecismo ha un ruolo tanto centrale quanto scontato, e l’esistenza degli/delle attivist* non è determinata dal cornetto vegan della Algida (marchio Unilever).
Ma se le strategie di marketing attuate dalle multinazionali non devono stupire, diverso è il discorso inerente a quelle associazioni o singol* che, invece di condannare il processo di svendita degli ideali di Liberazione ne abbracciano i contenuti, offrendo libero sfogo anche a derive welfariste.
Derive che sono anche il frutto dell’involuzione o della mancata evoluzione di termini che spesso sono la prigione di loro stessi, autoghettizzandone il potenziale.
In passato ci sono voluti anni per far permeare concetti elementari come quello che un prodotto non si possa definire vegan se contiene olio di palma, o un qualsivoglia alimento o elemento proveniente da monocolture, landgrabbing, regimi oppressivi e repressivi.
Ignorando però come già l’accostamento in sé delle parole “prodotto” e “vegan” legittimi l’opera mercificatoria del sistema capitalista, generando una contraddizione in termini sotto ogni aspetto.
Gli infiniti elenchi di multinazionali, più o meno piccole, sulle quali applicare il boicottaggio e altre espressioni di disobbedienza civile lasciano il tempo che trovano se non si comprendono le ragioni e la necessità di tale pratica, che dal singolo marchio va proiettata verso il sistema nel suo insieme, attraverso la radicalizzazione delle proprie scelte quotidiane.
Il veganismo è il punto di partenza, l’antispecismo il percorso politico sulla strada verso la Liberazione di ogni vivente.
Boicottaggio, informazione pulita e azione diretta gli strumenti per applicare e canalizzare la lotta in questione.
Ma un altro presupposto senza il quale non è possibile parlare di percorso anticapitalista, è il fatto che lo stesso non può in alcun modo prescindere dall’antispecismo: non è auspicabile la demolizione di un qualsivoglia sistema di dominio se si prosegue ad alimentarne alcuni aspetti.

Estratto dal 4° numero della zine R dedicato a La pratica del BoicottaggioR_Mercificazione_Copertina_Web_2

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