Alta Velocità, errori che si ripetono.

L’alta velocità è indispensabile per il nostro paese…

senza di essa si rimarrebbe tagliati fuori dall’Europa…

resteremmo arretrati rispetto a tutti gli altri paesi dell’Unione Europea…

queste sono le motivazioni che i sostenitori di queste “grandi opere” forniscono a chi invece si oppone o semplicemente vorrebbe avere chiarimenti.
Il fatto è che non vanno oltre questo, un disco rotto, ripetono sempre le stesse cose, che siano politici o tecnici dei lavori, non sanno dare dati precisi e ragioni valide che giustifichino la perforazione dei monti, il lasciare senz’acqua o il privare della propria abitazione le persone che abitano le zone interessate, perché hanno deciso che in quell’area devono sorgere i cantieri.
Non sono in grado di dimostrare l’effettiva utilità di queste opere perché non esiste, non si tratta di progresso o di stare al passo con i tempi ma solo di interessi di vari gruppi imprenditoriali, guidati dalla mafia, che come unico intento hanno quello di guadagnarci il più possibile.
L’importante è aprire i cantieri e iniziare i lavori per poter incassare i soldi, non importa quali conseguenze debbano patire le persone, l’inquinamento che ne deriva, i disastri ambientali che ne scaturiscono, tutto questo per poi interrompere i lavori dopo poco perché i soldi per terminarli non ci sono. Non interessa nemmeno l’opera in se stessa, quindi.
Ormai vi sono molti progetti per la TAV sparsi per tutta l’Italia, dalla Genova-Milano (Terzo Valico, che in verità sarebbe il sesto della zona), giudicata inutile dallo stesso amministratore delegato di FS Moretti, a quella del Brennero per la quale intanto gli austriaci hanno fatto sapere di non avere i soldi per farla. La Brescia-Padova che va poi ad unirsi con la Venezia-Trieste, una linea AV in Sicilia di cui non si sono neanche mai discussi costi e benefici, e quella Napoli-Bari che farebbe risparmiare solo un’oretta permettendo però di quadruplicare il traffico merci.
Un traffico merci pressoché inesistente… quanti treni merci vediamo passare giornalmente nelle stazioni?!
Costruire linee ad alta velocità per far viaggiare più velocemente le merci è un assurdo: non sono treni che possono sfrecciare a 300 km orari e non possono transitare sugli stessi binari sui quali passano i treni passeggeri… i francesi l’hanno capito, noi invece intelligentemente ci ostiniamo a voler investire in opere fallimentari.
E non dimentichiamoci di chi ogni giorno cerca di salvare la Val Susa dalla realizzazione della linea Torino-Lione che i francesi ormai si rifiutano di fare, ma noi ovviamente andiamo avanti…
Gli errori catastrofici commessi già in passato evidentemente non servono da lezione, anzi si affidano i progetti attuali alle stesse multinazionali dell’edilizia (Imprègilo, una di queste) colpevoli di disastri ambientali dovuti alla realizzazioni di “grandi opere” come ad esempio la linea AV Bologna-Firenze, inaugurata nel 2009, che ha distrutto il Mugello.
Un’opera costata 5.500.000.000 di euro (cinque miliardi e mezzo, ma è bene contarli ogni tanto tutti quegli zero, per rendersi meglio conto dell’entità), quasi 79 km di linea ferroviaria di cui il 93% in galleria.
Una bellissima sfida ingegneristica dicevano riferendosi al Mugello, più che altro incoscientemente, visto che le vibrazioni prodotte da un treno che transita a 300 km orari in galleria rischiano di far crollare tutto, come è stato più volte ripetuto anche in merito al Terzo Valico Genova-Tortona (altri 35 km di linea dell’alta velocità che passerebbe in galleria).
La bellissima sfida ingegneristica (la Bologna-Firenze) non è altro che uno dei disastri ambientali più catastrofici che l’Europa ricordi: appalti e subappalti per riuscire a realizzarla con l’immancabile collaborazione di alcuni gruppi mafiosi.
I lavori per questa “grande opera” hanno provocato la morte di 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi e 5 acquedotti, inquinando con sostanze tossiche 24 corsi d’acqua, dati, questi, che emersero dalle indagini della magistratura di Firenze, danni che superano il miliardo di euro.
Immaginiamoci le conseguenze ambientali e cosa significhi per chi abita quelle zone ritrovarsi senz’acqua, tutto questo per costruire una linea che di fatto farebbe risparmiare 22 minuti a chi viaggia.
Il dramma è che la storia potrebbe ripetersi, i lavori per la realizzazione del Terzo Valico Genova-Tortona potrebbero lasciare senz’acqua tutti gli abitanti di Arquata Scrivia (unica località della tratta che vedrebbe il treno transitare all’aperto).
Per tre anni (stime dei gestori dell’acquedotto in questione) queste persone dovrebbero girare con le taniche andandosi a procurare l’acqua altrove, ma quando il problema è stato sollevato, chi vuole ostinatamente procedere con l’opera si è limitato a dire: sì, è possibile, ci penseremo quando e se accadrà.
Essere contrari alle “grandi opere” non significa essere radicali, fanatici o non volere il progresso. Significa riflettere sui rischi e sulle conseguenze che la realizzazione di quella data opera potrebbe portare, sull’effettiva utilità e sui costi in denaro e in salute ambientale e delle persone che essa comporta, prendendo in considerazione CHI vuole costruire quell’opera e A CHI viene commissionata.
I violenti non sono quelle persone che dicono NO, ma chi con ogni mezzo vuole perforare, asfaltare, demolire, espropriare, speculare, nel nome di un progresso fasullo, giocando con la vita delle persone.

ORA E SEMPRE RESISTENZA!!! 

One thought on “Alta Velocità, errori che si ripetono.

  1. Grazie per l’impegno, la professionalità e la determinazione con cui viene perseguito l’obiettivo di informare e coinvolgere a contrastare questa inutile “grande” opera…

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