Altre 220000 vittime evitabili

Ogni anno nel Mondo muoiono 220 mila persone a causa dei pesticidi con i quali vengono abitualmente trattati i campi per le coltivazioni e utilizzati per il mantenimento di giardini e parchi.
Questo è il dato allarmante emerso dalle ricerche effettuate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: gran parte della frutta e della verdura che acquistiamo ai banchi dei supermercati o dai fruttivendoli sono contaminate da sostanze chimiche molto resistenti e dannose per la salute di ogni essere vivente.

Recenti ricerche hanno evidenziato come l’insorgere della SLA (sclerosi laterale amiotrofica) possa essere collegato all’esposizione da pesticidi; pare, infatti, che in Piemonte ben 123 contadini abbiano contratto la malattia, 20 di loro giovani sotto i 30 anni.
Ma ad essere più a rischio non è solo chi svolge o ha svolto questo mestiere, bensì anche chi resta a lungo contatto con l’ambiente agricolo in generale.
Nel mondo del calcio, per fare un esempio, in questi ultimi anni sono stati riscontrati molti casi di SLA: i calciatori, più di molti altri sportivi, sono a costante contatto con erba e terreni trattati con diserbanti, erbicidi ed insetticidi, tutte sostanze che penetrano nella pelle, ma che si possono trovare anche nei prati di altri luoghi pubblici.

I veleni che abbiamo citato vengono utilizzati nell’agricoltura perché i terreni possano rendere di più in modo da massimizzare le produzioni, ma queste sostanze ammalano la terra e fanno arrivare sulle nostre tavole alimenti che possono causare gravi danni alla salute.

I danni provocati dai pesticidi toccano ovviamente anche tutto il mondo animale: è stata registrata una moria significativa tra alcune specie di pipistrello che da sempre per natura si cibano di insetti che a loro volta si nutrono di quelle piante sulle quali vengono spruzzati questi veleni.
La decimazione o scomparsa di una specie mina l’equilibrio naturale delle cose, dei vari ecosistemi: un animale come il pipistrello consuma zanzare, ragni e piccoli insetti che riproducendosi più del dovuto creerebbero ulteriori disequilibri. In natura, ogni creatura possiede un ruolo ben definito che determina il corso degli eventi, la vita o la morte di altre forme viventi. L’uomo ha il dovere di rispettare questi ritmi e leggi naturali senza danneggiare le biodiversità presenti sul Pianeta, ricordandosi sempre che la sopravvivenza di ognuno è condizionata dal modo in cui si tratta l’ambiente che ci circonda e di conseguenza ogni essere vivente presente in esso.

Diminuire o cessare l’uso di queste sostanze gioverebbe alla salute di tutti quanti ed è stato verificato che la resa agricola calerebbe solo di un 6%… quindi perché continuare ad avvelenare terreni, animali e persone?
La risposta è semplice: ci sono molte aziende che si arricchiscono con questo tipo di commercio (come la Monsanto che produce mais, soia, patate OGM tali che siano resistenti ai pesticidi che lei stessa commercializza) e che andrebbero incontro a grosse perdite se si intraprendesse un discorso di sostenibilità. Un discorso di sostenibilità a LORO non conviene.

Quello che ognuno nel proprio piccolo può fare per tutelare la propria salute e quella dell’ambiente attorno a noi, senza il quale non potremmo esistere, è tentare il più possibile di abbandonare il commercio, la produzione industriale.
Acquistiamo frutta e verdura da agricoltori di fiducia, informiamoci sulla provenienza di ogni prodotto valorizzando quelli locali, autoproduciamo quel che possiamo quando il tempo ce lo permette (pane, pasta, biscotti, ad esempio), una pratica che, tra l’altro, favorisce anche il risparmio.