Aviaria: tranquilli, c’è una cura per tutto!

Ostellato (Ferrara) – nell’allevamento di galline ovaiole presente in questa località viene registrato il primo focolaio in Italia del virus H7N7, l’influenza aviaria. Per arginare l’epidemia viene immediatamente disposto l’abbattimento di 128 animali, ma, da allora (periodo di ferragosto), i numeri non hanno fatto altro che salire: in neanche un mese sono quasi 1.000.000 gli animali ad esser stati abbattuti, alcuni perché avevano contratto il virus, altri però solo in via precauzionale, come le 100.000 galline giustiziate proprio ieri in un allevamento di Lugo, nel ravennate.

Uno degli abbattimenti avvenuti in Emilia.

Nel corso di queste settimane, ogni volta che viene segnalato un nuovo focolaio è sempre solo uno il nome a spuntar fuori, quello del gruppo Eurovo, uno dei maggiori produttori di uova che, tra i 17 gestiti, possiede anche il più grande allevamento a terra del mondo, 25 ettari e 1.200.000 galline.

Casi di aviaria sono stati registrati anche a Mordano (98.000 esemplari giustiziati) e a Rondanina (84.000), sempre in Emilia. Ma non solo: spedizioni di galline infette, sempre appartenenti alla filiera Eurovo, sono arrivate sino in Veneto, portando all’abbattimento di altri 200.000 animali.

Un mercato che non conosce scrupoli e che non incontra blocchi di alcun genere, il tutto condito dalle vergognose dichiarazioni del Ministero della Salute che ci tiene a precisare che l’influenza aviaria non rappresenta un problema per la sanità pubblica e che il consumo di uova non comporta alcun rischio per l’uomo di contrarre il virus.
Questa e altre affermazioni altamente discutibili si possono trovare su un documento pdf che l’azienda Eurovo si è tanto preoccupata di mettere a disposizione sul proprio sito per tranquillizzare i consumatori e limitare le perdite. Affermazioni come quella sopra citata si susseguono ormai ogni giorno perché è interesse sia dell’azienda che degli organi governativi quello di non far calare il consumo di prodotti animali che rappresenterebbe una perdita (economica) per entrambi.

Gli animali infetti durante l’eliminazione da uno degli allevamenti appartenenti al gruppo Eurovo.

Il virus dell’aviaria non è letale per l’uomo e proprio per questo il Ministero della Salute punta a non fare allarmismi, perché, se vi fossero casi di contagio, come già avvenuto tra l’altro su due persone, aumenterebbero gli introiti a livello sanitario.

L’atteggiamento infatti tenuto dal sistema in generale è quello di spingere i consumatori a mangiare con tranquillità tutto ciò che ci propongono e nella quantità desiderata (perché prima di tutto per il mercato rappresentiamo un’enorme fonte di guadagno), intanto esiste una cura per tutto, qualche antibiotico e le cose si rimettono a posto. Così, dopo che il consumatore ha speso soldi in false certificazioni biologiche, acquistando prodotti alimentari che rappresentano le prime cause di malattie cardiovascolari, obesità e cancro, dopo aver fatto la fortuna dell’industria della carne, ingrasserà i guadagni di quella farmaceutica.

Come vedete, oggi non vi stiamo facendo discorsi di empatia verso gli animali, ma di buon senso: chiedetevi perché invece che rassicurare il consumatore, dal Ministero della Salute non si siano pronunciati su come evitare il proliferare delle epidemie. Dov’è finito il detto meglio prevenire che curare?
Scandalosa non è tanto l’azienda che come unica soluzione al problema applica l’abbattimento di ogni animale sospetto, importandone poi di nuovi per la produzione di uova in modo da ridurre al minimo le perdite e, se capiteranno altri casi di contagio, poco importa, sono solo animali, abbatteranno anche quelli e ne importeranno altri ancora.
Scandaloso è chi al governo dovrebbe occuparsi di tutelare almeno la salute dei cittadini, ma invece che adottare provvedimenti significativi che informino le persone sui rischi di consumare prodotti animali, lascia che gli eventi scorrano perché intanto è molto più conveniente comportarsi in questo modo.

Stabilimento gruppo Eurovo.

Vi lasciamo con un numero di telefono, 800 98 77 37: vi risponderà l’azienda Eurovo, che tanto si sta dedicando a rassicurare le persone. Se volete, potete chiamare e porre qualche domanda; se volete, poi, scriveteci cosa vi hanno risposto, potrebbe essere interessante a fornire nuovi spunti di riflessione: [email protected]

Noi vi forniamo e vi forniremo sempre informazione pulita, cerchiamo di comunicarvi un po’ di verità, sta poi a voi decidere a chi credere e che tipo di strada intraprendere e se volete approfondire la scelta alternativa potete contattare la nutrizionista che collabora con noi in modo da chiarire ogni dubbio.