Brasile: “siamo tutt* nel fango”

Volti pitturati di fango e volantini che riportano la scritta “Siamo tutt* nel fango – Solidarietà a Mariana”.
Hanno manifestato così circa 300 persone munite di ombrelli e poncho, sotto una pioggia battente, tra le vie di Sao Paulo al ritmo di percussioni, mentre a Rio de Janeiro, sulla spiaggia di Ipanema, altre 400 persone si univano alla lotta per la tutela del territorio brasiliano.
Sono le proteste andate in scena domenica 29 novembre a seguito del disastro ambientale, che sarebbe più corretto chiamare crimine, provocato dall’azienda mineraria Samarco, proprietaria delle due dighe di contenimento di residui minerari del ferro che sono crollate lo scorso 5 novembre, riversando circa 60 milioni di litri di fanghi tossici.
Il fiume di fango ha seppellito il villaggio di Bento Rodriguez, provocato 23 vittime tra le persone e contaminando il Rio Doce, uno dei fiumi principali del Brasile, affluente del Rio delle Amazzoni, che ora rischia la morte; sono già centinaia i pesci deceduti a causa di questo inquinamento.atlantico Disastro-Rio-Doce-Brasile-1.1
Un crimine ambientale, quello provocato dalla Samarco, che non ha destato l’attenzione dei media italiani, almeno fino a quando il fiume di fango tossico non ha raggiunto l’oceano Atlantinco, dove sfocia il Rio Doce, quasi come volessero attendere il sensazionalismo.
Sono tante le notizie che fanno fatica a essere diffuse dalle nostre parti, selezionate su una malsana scala di “notiziabilità”, ma il disastro ambientale che ha colpito il Brasile deve toccare tutt*, perché la tutela della Terra e del clima non può e non deve conoscere confini.
Per questo centinaia di brasiliani e brasiliane sono scese in piazza, per protestare contro deforestazione, l’abuso di risorse idriche, il cambiamento climatico, e vi è anche stato qualcuno che, vestito da orso polare, ha voluto ricordare le specie in pericolo di estinzione.

Fonte: Earth First Journal