Bure Partout – Appello contro la repressione

Rompere il circolo vizioso dell’isolamento imposto dalla repressione dello stato, per ricostruire nuove solidarietà.

Questo l’appello lanciato da Bure, dopo un anno caratterizzato da persecuzioni e perquisizioni, sorveglianza e controlli quotidiani da parte della gendarmerie francese, il paese alle porte del bosco di Lejuc richiede supporto per spezzare le catene di questa sistematica repressione.
Bure, villaggio di 86 abitanti a 250 km da Parigi, dove lo stato francese ha in progetto di realizzare, da qua ai prossimi 20 anni, una discarica sotterranea di rifiuti nucleari denominata CIGEO nel cuore del bosco di Lejuc.
Il progetto prevede di seppellire, a 500 metri sotto terra nel cuore del bosco, i residui radioattivi di lunga durata e ad alto rischio generati da tutti gli impianti nucleari attuali, sigillando poi l’impianto di smaltimento a 100 anni da l’inizio del suo funzionamento.
CIGEO, acronimo per Centre Industriel de Stockage Géologique (centro industriale per lo stoccaggio geologico), è un progetto condotto da ANDRA: l’agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi prodotti in Francia.
Abitandi del villaggio e solidali sono da tempo soggetti ad una costante sorveglianza che dal giugno 2017 li/le vede tutt* sotto indagine giudiziaria per cospirazione criminale ai danni dello stato.

se esiste una cospirazione criminale, allora “siamo tutti criminali!

Gendarmerie appostata alle finestre delle case per fotografare i/le residenti più volte al giorno.
Processi lampo come quello combinato a Gaspard d’Allens, giornalista/attivista, lo scorso 16 ottobre, tenuto allo scuro sino al giorno stesso.
Un crescente numero di arresti che nel giugno 2018, dopo la reclusione di 8 attivisti, ha visto anche quella del loro avvocato difensore e la conseguente perquisizione del suo ufficio.

L’appello che parte da Bure è quello di riversarsi nelle strade delle proprie città il prossimo 10 novembre, nelle piazze e fuori i tribunali, armati di vin brulè, termos, cioccolate e, sopratutto, informazione contro la repressione di un sistema che ci vuole tutt* sotto controllo.
Una repressione che colpisce chiunque si ribelli a quelle dinamiche di dominio normalizzate dal sistema stesso per legittimare e tutelare la devastazione della Terra e la persecuzione di chi la abita funzionale al profitto.
Musica, striscioni, canzoni, camminando per le strade, di giorno e di notte, azioni di disobbedienza civile per riportare la resistenza nelle strade.

PP

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