Dal Vegan Circus di Vignola

Il weekend appena trascorso ci ha visto partecipi, insieme a molte altre realtà che siamo stati felici di conoscere, del Vegan Circus, festival antispecista libertario che si è tenuto a Vignola.

Lo stand di Earth Riot

Lo stand di Earth Riot

Il festival fin dal primo giorno ha avuto un’impronta, assolutamente condivisa da noi e che ci ha reso molto felici, di apertura nei confronti di chi sta portando avanti un discorso di sostenibilità.
Quelli presenti, infatti, non erano stand gestiti unicamente da vegan, aspetto indispensabile che ha permesso lo scambio di idee e principi, nutrendo i vari percorsi etici e di sostenibilità intrapresi dalle persone che hanno preso parte all’evento.

Chi resiste e porta avanti artigianato antico come la lavorazione del vimini.

Chi resiste e porta avanti artigianato antico come la lavorazione del vimini.

L’impostazione del festival e le tematiche trattate hanno fatto intravedere un’esigenza molto importante all’orizzonte, ossia la necessità di rivedere, di allargare il significato del termine vegan.
Troppo spesso si fa l’errore di pensare che i prodotti che non contengono derivati animali siano tutti etici, sostenibili e che non vi sia sfruttamento dietro la loro produzione.
Quello che invece tutti noi dovremmo fare è compiere un ulteriore passo, ognuno secondo le proprie possibilità, soprattutto economiche, visto che, purtroppo, in questi casi contano. Un ulteriore passo cambiando nuovamente la propria spesa, rifiutando quei beni di consumo la cui produzione è stata causa di danni ambientali, uccisione animale diretta, ma anche indiretta e sfruttamento dei lavoratori.
Alcuni esempi su tutti: i pesticidi utilizzati in agricoltura che, oltre a rendere sterili i terreni e ad essere nocivi per la salute del consumatore, stanno segnando la scomparsa di sempre più insetti, tra tutti le api, specie indispensabile per la sopravvivenza della biodiversità.
La questione olio di palma, di cui ormai ci occupiamo da quasi un anno, che colpisce ogni forma di vita generando uno sfruttamento trasversale, dalle specie vegetali a quelle animali, dai popoli colpiti in fase di produzione ai consumatori ignari di quello che mangiano, comprano, utilizzano e dei danni che questa sostanza provoca alla loro salute.

Ci teniamo a spezzare una lancia in favore di questo festival, condito da troppe, inutili polemiche che non hanno fatto altro che screditare a priori un’iniziativa realmente antispecista che ha espresso un’apertura mentale troppo spesso smarrita da chi ha abbracciato uno stile di vita vegan. Un festival vegan per soli vegan è solo un’inutile autoghettizzazione, assolutamente controproducente nei confronti delle cause per cui si lotta.
Tante polemiche sono girate soprattutto attorno agli apicultori (e non apicoltori) vegan. Chi si è recato al festival ha avuto modo di capire il lavoro eccezionale che questi ragazzi stanno portando avanti per la tutela di una delle specie più minacciate della Terra e allo stesso tempo indispensabili per la sua sopravvivenza di ogni altro essere vivente, tra cui anche noi.
Il festival ha offerto numerosi spunti di riflessione, scambi di informazioni e intrecci di lotte come dovrebbe sempre essere, perché per giungere ad una liberazione reale, solida e duratura non c’è battaglia che possa essere concepita separata dalle altre.

Lo stand di EssereAnimali

Lo stand di EssereAnimali

Così, giungendo nel parco dove si teneva il festival, si potevano trovare, tra gli altri, gli stand di essereAnimali con la campagna visoni liberi, de Il Gas Vi Cambia, dell‘Ippoasi, di uno straordinario signore che ancora lavora il vimini e cerca di far sopravvivere questa arte artigiana nel rifiuto del lavoro in serie con materiali inquinanti come la plastica, i ragazzi di Equal Rights Forlì, un altro artigiano che lavora la canapa per creare oli nono nocivi e tessuti più sostenibili e resistenti, I-Care e molti altri.

La fattoria della pace Ippoasi di Pisa.

La fattoria della pace Ippoasi di Pisa.

Insomma, ce n’erano per tutti i gusti! Tante le conferenze e gli argomenti trattati, qualche pecca organizzativa qua e là, ma come capita a tutte le cose che vengono fatte per la prima volta.
Il nostro augurio è che questo festival si ripeta, con questa mentalità, dando spazio all’unione dei movimenti e che possa essere fonte di spunto per la nascita di altre iniziative con la stessa impronta.

E per chi all’ultimo momento ha deciso di organizzare una cosa simile a non molti chilometri di distanza da Vignola… che dire? Ha perso una buona occasione per evitare di affermare una certa tendenza al protagonismo che troppo spesso regna nel movimento, controproducente e con il risultato di pestarsi i piedi a vicenda, considerando che c’era ancora un’intera estate a disposizione.

11 thoughts on “Dal Vegan Circus di Vignola

    • è stato un festival all’insegna della sostenibilità a 360° e dell’apertura all’unione dei movimenti, fattore indispensabile se davvero vogliamo pensare e sperare di raggiungere qualche cambiamento.
      Gli allevatori di polli non c’erano, ma se tu hai rinunciato a venire perchè in un primo momento risultavano tra gli stand presenti ci dispiace molto, ti sei pers* 3 giorni di attivismo antispecista nella sua forma più pura.

    • Non era mai stato previsto nessun allevamento o allevatore di nessun tipo, sono state delle “cazzate” messe in giro per screditare il festival, il problema di internet è che la gente può scrivere qualsiasi cosa, sta alla singola persona informarsi e cercare di capire cosa è vero e cosa è tendenzialmente falso.
      Gli organizzatori sono stati chiari facendo dei comunicati dove spiegavano la cosa.
      Quindi se qualcuno ha deciso di non partecipare perché ha letto della presenza di fantomatici allevatori di polli, senza informarsi sulla veridicità delle informazioni, ha perso una bella occasione ed uno splendido evento!

      Grazie agli organizzatori per tutto il lavoro che hanno fatto, è stata una esperienza incredibile e spero in un bis l’anno prossimo!

  1. Ci sono stati due Vegan Circus a Vignola. Quello degli stand e delle conferenze (a volte poco amplificate), in una bellissima posizione, ricco di idee e persone e separato da due kilometri quello dei gruppi, sul cemento, triste e a pagamento. Trincerato per fare pagare 5 euro con il cartello per il rimborso PER I GRUPPI. A noi DOGS non un saluto, non un rimborso benzina, non un sorriso. Avevo molte aspettative, ne sono uscita molto depressa e delusa. Ci abbiamo provato. Non credo che ci riproveremo.

    • Sapevamo che fare il concerto a pagamento e per di più staccato dal resto del festival sarebbe stato un punto dolente. Il problema è che chi l’ha organizzato (lo stesso che ha chiamato voi) è talmente pieno di sè (tanto che a ogni critica la risposta era grosso modo “io capisco tutto e voi non capite niente”) che abbiamo deciso di lasciarlo fare e vedere come sarebbe andata, mentre altri stavano organizzando i concerti da tenere nella zona del festival. Questo gran personaggio ha poi deciso di tirarsi fuori dall’organizzazione appena 2 settimane prima del Vegan Circus, lasciandoci con sto casino, e a questo si è aggiunta la decisione del Comune di non permettere concerti il sabato sera nella zona dell’ostello, così abbiamo dovuto spostare tutto in quel parcheggio. Non dico che l’organizzazione è senza colpe: l’errore più grande è stato sicuramente fidarsi di certi personaggi.
      Per il rimborso spese, non capisco nemmeno con che coraggio ne stiate parlando: 1, eventuali rimborsi si decidono prima, e se dite di venire gratis ci fate solo brutta figura a lamentarvi dopo; 2, i gruppi con cui era stato pattuito un rimborso spese, vedendo l’andamento del concerto, hanno accettato di buon grado di prendere molto meno; 3, c’è anche stato chi, venendo da molto più lontano di voi (bologna-vignola quanto sono, 40 km?), non ha voluto rimborsi e anzi qualcuno ha pure dato qualcosa in sottoscrizione per sostenere il festival.
      Vi lamentate dei sorrisi che non vi sono stati rivolti, ma quando abbiamo provato a spiegarvi queste cose con educazione siamo stati offesi e chi ha “osato” provare a chiarirsi con voi su facebook è stato censurato.

  2. Il rimborso non era stato concordato e, anzi, avevate più volte espresso con anche una certa insistenza che sareste venute gratis. Nell’evento facebook della cena benefit per il festival scriveste “Le dogs gratis sono il nostro contributo alla causa” o una cosa simile!
    Ci sono gruppi venuti da Pisa, dalla Val Susa, da Lecco, da Milano,dall’Austria, che non hanno chiesto nulla! E voi dopo aver detto che avreste suonato gratis, ci chiedete la benzina da vignola a bologna…. ripeto SENZA averlo concordato prima?
    Per quanto riguarda i sorrisi, una del nostro gruppo è venuta a parlarvi durante la serata per chiedere se andasse tutto bene eccetera, e dopo uno scambio di parole parlando del più e del meno, tutti i vostri sorrisi portavano a una sola cosa: il rimborso!
    Gli altri artisti si sono complimentati per l’impegno e per la nostra cordialità, non credo che voi siate in qualche modo “perseguitate” o che ci siano complotti ai vostri danni….
    Noi ci riproveremo eccome, cercando di migliorarci sempre, le polemiche ci saranno di nuovo, ma sono persone come chi ha scritto questo articolo che ci danno la forza di metterci sempre in gioco, sbagliando, ma col cuore.

  3. ciao ragazzi!!siamo una fattoria vegan in provincia di bologna(tolè) e stiamo cercando coinquilini,posso gitarvi l annuncio così ci aiutate a spargere la voce tra i vostri contatti antispecisti?grazie mille
    cri

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