E se la coltivazione di OGM diventasse obbligatoria…?

L’obiettivo di queste multinazionali attraverso la colonizzazione delle terre e la privatizzazione dei semi.

Se domani in Italia fosse approvata una legge che obbliga solo ed esclusivamente la coltivazione di sementi geneticamente modificate, quale sarebbe la vostra reazione? Cosa sareste disposti a fare per impedire tutto questo?

Scrivetecelo a: [email protected] oppure l’asciando un commento qui sotto! Abbiamo bisogno di conoscere la volontà delle persone e la coscienza che esiste sul problema, visto che ci troviamo in un paese dove il più delle volte si assumono i provvedimenti che arrivano dall’alto senza batter ciglio, con rassegnazione, pronunciando la solita, agghiacciante frase: ‘tanto, se lo vogliono fare, lo fanno

Vi poniamo questa domanda perché in Colombia nei giorni scorsi stava per essere approvata una legge del genere, la Resolucion 9.70, grazie alle pressioni statunitensi e di corporazioni come la Monsanto e DuPont. Un provvedimento che, se approvato, obbligherebbe i campesinos locali a coltivare solo sementi certificate OGM, i cui costi sono elevati e garantirebbero enormi introiti alle multinazionali produttrici, che in questo modo otterrebbero il monopolio delle terre colombiane.

La legge al momento è stata congelata, anche e soprattutto grazie alla presa di posizione del popolo colombiano, come possiamo vedere in questo video.
Per questo motivo vi domandiamo cosa sareste disposti a mettere in gioco per la salvaguardia delle terre, della natura e della salute, se anche da noi si palesasse un rischio del genere.
La reazione avuta dai campesinos colombiani è l’esempio lampante di come dal basso, attraverso una forte presa di coscienza, si possa riuscire a contrastare e respingere anche i colossi oggi tra i più potenti che esistano.

Quello che è indispensabile iniziare a comprendere è che le corporazioni, i potenti che mirano a colonizzare le terre e a privatizzare il cibo, rappresentano solo l’1% rispetto a chi invece vuole opporsi a tutto questo, e quanto queste entità temano fortemente l’opposizione dei popoli lo si capisce perfettamente andando a vedere ciò che sta accadendo nello stato di Washington.

Gli Stati Uniti sono terra fertile per colossi come Monsanto e simili, dove riescono a fare il bello e il cattivo tempo poiché vivono di grande libertà di azione, grazie alla grande corruzione interna nei principali organi istituzionali, ma, nonostante questo, a Washington è in corso un referendum che punta ad ottenere l’etichetta obbligatoria su tutti gli alimenti geneticamente modificati o che ne contengano, per dare modo ai consumatori di poter scegliere cosa introdurre nel proprio organismo.
A dimostrazione di quanto i maggiori produttori di OGM (Grocery Manufacturers Association, Monsanto, Bayer CropScience, Dupont Pioneer e Dow AgroSciences) tremino al cospetto di tale presa di posizione popolare, vi sono i contro-provvedimenti che queste multinazionali hanno preso per impedire la buona riuscita della campagna Yes on I-522.
Le multinazionali in questione riunite hanno dato vita alla campagna No on 522; all’inizio, i soldi investiti nelle due campagne erano stati gli stessi, circa 3,3 milioni, ma, in breve tempo, soprattutto attraverso l’intervento della Monsanto con un investimento di 4,5 milioni e  della DuPont Pioneer, 3,2 milioni, il budget messo a disposizione per la contro-campagna è salito a ben 11 milioni di dollari.

Il 12 ottobre in tutto il Mondo si terranno varie marce di protesta contro la Monsanto.

Il 12 ottobre in tutto il Mondo si terranno varie marce di protesta contro la Monsanto.

Questo dovrebbe bastare per farci capire quanto questi tanto considerati “colossi” in realtà temono il popolo, i popoli, noi tutt*.
Loro avranno anche il potere dei soldi, ma se le persone si uniscono, se si riesce a raggiungere una presa di coscienza tale da condurre una lotta solida e unitaria, se si capisce che privatizzando il cibo ci faranno tutt* loro schiavi, allora non ci sono soldi che possano fermare la volontà delle persone.

Mentre oltreoceano la situazione attuale è questa… cosa sta accadendo in Europa?

Nei giorni scorsi, l’UE ha reso noti i risultati scaturiti dal questionario, poco chiaro, a nostro avviso, lanciato tra febbraio e aprile scorsi, che chiedeva ai cittadini dell’Unione Europea di esprimere un parere sul biologico e sugli OGM. Il 90% dei consumatori europei nutre piena fiducia sul biologico, con picchi del 100% in Estonia e Islanda: la maggioranza delle persone quindi ritiene che bio sia sinonimo di ogm-free…ma purtroppo non è così semplice.
La certificazione non è più una garanzia: al giorno d’oggi essa rappresenta un modo per prendere più soldi al consumatore piuttosto che un’assicurazione di una reale sicurezza che il prodotto acquistato risponda veramente ai requisiti ricercati.
Spesso la certificazione si riduce ad un accordo tra l’azienda che vuole ottenerla e l’organo che la fornisce, un giro di soldi che finisce per ricadere sul consumatore che spende di più per un prodotto sulla carta bio, ma la cui qualità è tutta da verificare.
Oltre al problema delle colture dichiaratamente OGM, esiste la minaccia reale della contaminazione involontaria, ossia partite di sementi che, anche in buona fede, vengono commercializzate come tradizionali o biologiche, ma che al loro interno contengono anche solo un seme OGM.

Questo fatto è già accaduto in passato e sarà sempre più complicato verificare l’effettiva purezza delle sementi commercializzate; basta infatti che colture OGM e tradizionali si trovino a pochi chilometri di distanza le une dalle altre per correre questo rischio, considerando anche il lavoro di impollinazione che fanno gli insetti.
Per questo, ancora una volta, ci domandiamo cosa si stia aspettando a estirpare il mais geneticamente modificato Mon810 della Monsanto che al momento ricopre ancora 32.000 ettari di terreno nel Friuli, sia attraverso azioni dal basso pratiche e mirate che, per chi lo preferisce, attraverso una petizione che abbiamo attivato ormai da mesi.

Il Governo italiano in estate ha stipulato un decreto antiogm fasullo, la Monsanto continua a dichiarare che rinuncerà all’Europa per la coltivazione di OGM, ma intanto spuntano sue nuove sedi su territorio Italiano:

  • sede legale: Monsanto Agricoltura Italia SpA Via Giovanni Spadolini, 5 Pal A – 20141 Milano
  • sede commerciale: Monsanto Agricoltura Italia SpA Via Paradigna 21/A – 43122 Parma
  • Via Mortacino – 04019 Terracina (LT)
  • 39, Via Piandelmedico – 60035 Jesi (AN)

Teniamo alta l’attenzione, informiamoci sempre su ciò che stiamo acquistando (origine, provenienza, modalità di produzione) e domandiamoci: come reagiremmo se le colture OGM diventassero obbligatorie?

2 thoughts on “E se la coltivazione di OGM diventasse obbligatoria…?

  1. Sono disposto a firmare petizioni. Disposto a scendere in piazza. Disposto a vontribuire con donazione in denaro.
    L articolo e’ ottimo. Sono con voi. Faro pubblicita.

    • Grazie e grazie per aver lasciato un commento, speriamo lo facciano anche altr*, in questo modo capiremo il livello di coscienza del problema. Rimaniamo in contatto.

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