Europa, api, pesticidi: parte il blocco, la situazione ristagna

Vi ricordate della moria d’api che ha caratterizzato la scorsa estate?neonicotinoidi ue 29aprile2013
Con decorso dal 1° dicembre 2013, è partito il blocco, che durerà solo per i prossimi due anni, dei neonicotinoidi, i pesticidi killer che minacciano la sopravvivenza di questi insetti.

La vita delle api è di fondamentale importanza per il naturale funzionamento degli ecosistemi e per la sopravvivenza della biodiversità, in quanto il lavoro di impollinazione da loro condotto garantisce la riproduzione di svariate specie vegetali e il nutrimento di altrettante animali.
Citiamo le parole dell’attivista Vandana Shiva che ci permette di spiegare al meglio quali danni comporti l’estinzione di una specie:

Estinzione di una specie significa non solo perdere quella particolare specie, ma anche creare una situazione di pericolo per le altre, che per precisi meccanismi ecologici erano da essa dipendenti. Quando una pianta si estingue, con lei scompaiono da 20 a 40 specie animali.

 

Vi proponiamo un esempio pratico: le rane, che si nutrono di insetti, rischiano la vita perché restano prive di risorse alimentari o perché si cibano di esseri viventi che sono stati contaminati da pesticidi e sostanze chimiche varie.

La restrizione decisa dall’UE al momento riguarda solo tre pesticidi killer (due di produzione Bayer e uno Syngenta), ma i neonicotinoidi non rappresentano l’unica minaccia per le api e per le altre specie animali in generale e non si tratta di un problema che riguarda solo l’Unione Europea.
Dicevamo all’inizio che il blocco ai neonicotinoidi durerà solo per i prossimi due anni, come se volessero dare una tregua alle api… il tempo giusto perché queste abbiano la possibilità di riprodursi per poi tornare a sterminarle.

Oltre a questo, vi è da riflettere anche sul fatto che il divieto di utilizzare le sostanze menzionate riguarda solo le specie vegetali che attirano le api: non vi è quindi alcuna tutela nei confronti degli altri insetti.

Alcune associazioni agricole britanniche hanno già espresso come l’alternativa ai neonicotinoidi potrebbe essere rappresentata da prodotti peggiori, nocivi non soltanto per le api, ma anche per i ragni e per gli altri insetti presenti nel suolo e nelle sue vicinanze. Si pensa anche che ciò possa causare una maggiore resistenza genetica negli insetti che si nutrono delle varietà coltivate.

Come al solito, quindi, vi è molta confusione e i provvedimenti presi dall’UE non sono di grande efficacia in un panorama chimico come quello attuale dove il Pianeta è sempre più soggetto al dominio di multinazionali che lo stanno appestando di veleni, rendendo sempre più precaria la sopravvivenza dei terreni e delle specie che li abitano.

Non dimentichiamo che gli insetti, api comprese, non distinguono una pianta tradizionale da una OGM: ecco quindi un’altra minaccia alla loro sopravvivenza, all’integrità genetica e a quella delle colture in generale.
Le contaminazioni tra specie vegetali geneticamente modificate e convenzionali, tradizionali o biologiche, avvengono per la maggior parte attraverso il lavoro di impollinazione svolto dagli insetti. Considerando l’invasione di mais Mon810 subita dal Friuli che ha già causato inquinamento genetico ai danni di colture tradizionali, l’UE si è subito preoccupata di far sapere che il miele che presenta contaminazioni potrà comunque essere liberamente commercializzato.

Queste sono le garanzie offerte dall’Unione Europea, questi sono i provvedimenti presi a tutela della salute ambientale e del consumatore da chi si spaccia per professionista e vive di un lauto stipendio giustificato da un presunto impegno in campo ambientale e sociale.
Non è ancora quindi possibile cantare vittoria purtroppo, se le premesse sono queste e finché a dettare legge saranno multinazionali come Bayer, Monsanto, Syngenta, Cargill, etc.; non ci si può cullare sui provvedimenti contentino elargiti dall’UE.

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