FUKUSHIMA: UN DISASTRO LUNGO DECENNI

immagine dall’esplosione della centrale nucleare di Fukushima.

L’11 marzo del 2011 la centrale nucleare di Fukushima esplodeva a causa dei danni subiti dai suoi reattori provocati dallo tsunami che colpì quelle coste orientali. A poco più di un anno dal disastro emergono nuovi allarmanti dati riguardanti la salute delle persone, degli animali e i tassi di radioattività registrati sulle terre e nei mari.
La preoccupazione più grande, secondo degli scienziati dell’Università della California, riguarda il probabile aumento del numero dei tumori che si verificherà nei prossimi decenni e che potrebbe causare fino a 1100 vittime e 1800 nuovi malati.
I dati espressi sono molto statistici e possono subire significative variazioni, in quanto oggi non è ancora possibile stabilire con precisione quali effetti possano generare le esposizioni a bassi livelli di radiazione per previ periodi.
La pericolosità dell’energia nucleare sta anche in questo: non è possibile sapere quanto siano a rischio di contrarre malattie le persone che lavoravano nella centrale, gli abitanti delle zone limitrofe evacuate e tutte quelle che sono intervenute dopo lo scoppio della centrale nel tentativo di salvare più vite possibili.
Infatti un’altra triste verità è stata resa pubblica dalle autorità giapponesi: le opere di evacuazione avrebbero causato fino ad ora 600 decessi tra chi è accorso in aiuto delle vittime… purtroppo le vite salvate sono state inferiori alle morti causate dalle stesse opere di evacuazione.
Ma, come spiegato sopra, i rischi per la salute delle persone e dell’ambiente non si fermano al giorno del disastro: nei mari di Fukushima (dati dei giorni nostri) sono stati registrati livelli di radioattività superiore di 258 volte rispetto al limite di sicurezza.
Nonostante questo, viene ancora permessa la pesca volontaria limitata ad alcuni tipi di polpi, ma i danni riportati dagli esseri viventi che popolano quei mari e le mutazioni che hanno già subito sono ben visibili.
Le scorie nucleari fuoriuscite dalla centrale quel giorno hanno contaminato tutto l’ambiente marino circostante e con esso gli organismi che lo abitano. Il tonno rosso è una specie che per natura è in grado di compiere migrazioni molto lunghe tanto che ultimamente si è verificata in California la pesca di esemplari radioattivi appartenenti a questa specie.

maiale abbandonato al proprio destino nei pressi della centrale.

Le terre non sono state di certo risparmiate dalle radiazioni; numerosi animali, di tante specie diverse, sono rimasti nelle aree maggiormente colpite, alcuni hanno trovato salvezza attraverso il gesto eroico di singole persone che non accettavano di lasciarli morire, ma già ora iniziano a nascere vitellini con gravi malformazioni.

Queste informazioni, queste notizie, sapere con certezza quali e quanti animali possano esser stati contaminati, per quanto tempo nasceranno cuccioli con malformazioni, per quanto i mari saranno radioattivi, quante persone e per quanti decenni moriranno a causa dell’esplosione della centrale di Fukushima… tutto questo non è dato sapersi.
Sono sempre molte le cose che non ci dicono, sono molti i rischi che quelle persone che del nucleare fanno un business ci fanno correre.
Le persone muoiono, i mari e le terre si avvelenano e ammalano, ma ciò che conta è continuare a giocare con energie che fanno gli interessi di pochi e mettono a rischio la sopravvivenza di tutti, animali umani, animali non umani e l’ambiente che essi popolano, che tutti noi condividiamo.

La Terra è una sola, se la facciamo morire nessuno avrà più un posto in cui poter vivere