Guerriglia in Sierra Leone: SIAMO COMPLICI!

Scontri violenti sono andati in scena ieri in Sierra Leone tra la polizia e i
contadini locali che si sono ribellati contro l’espropriazione delle loro terre
per la coltivazione di palme da olio.
I residenti dicono che i 5 dollari per acro (12,50 dollari per ettaro) che ricevono ogni anno dalle multinazionali del settore (il gruppo Socfin, in questo caso) per l’affitto delle loro terre non è sufficiente.

Nonostante i contadini non riuscissero a comprendere le ragioni contrattuali al
momento della stipulazione dell’accordo, sono stati ugualmente costretti a firmare
dagli emissari della multinazionale.
Popolazioni, quelle della Sierra leone, che già erano state private di 14.300
ettari di terreno da parte della multinazionale svizzera Addax Bioenergy nella
regione di Tonkolili, terreni convertiti in monocolture di canna da zucchero.
Situazioni di questo tipo si verificano ogni giorno da decenni, all’insaputa
dell’opinione pubblica e troppo spesso con il consenso involontario del
consumatore strategicamente tenuto all’oscuro di tutto.
Ricordiamo quanto accaduto in Colombia nel 2010, quando 123 famiglie sono state espropriate delle loro coltivazioni di cacao e mais e in seguito cacciate dalle proprie case grazie all’azione condotta dalla Daabon, azienda colombiana che rifornisce di olio di palma marchi del biologico come Rapunzel e Allos.
In Honduras più di 3500 famiglie subiscono quotidianamente minacce, persecuzioni e intimidazioni di ogni tipo, in particolar modo le popolazioni di Bajo Aguan, cui sono stati sottratti 20.000 ettari di terreno convertiti in monocolture di palma da olio.

L’olio di palma: il sangue dell’Honduras

I Penan, tribù aborigena malesiana che, oltre a dover respingere ogni giorno gli attacchi da parte degli emissari delle multinazionali dell’olio di palma, che tentano di cacciarli dalle foreste con ogni mezzo, sono costretti a difendersi dalle costanti violenze inflitte loro dai trafficanti di legna illegale che abusano abitualmente di donne e bambini.
Questi sono solo alcuni dei casi di regimi oppressivi che i media, pilotati dalle grandi corporazioni, nascondono.

Ora che lo sai non hai più scuse: continuare a consumare prodotti che contengono olio di palma significa essere COMPLICI DI QUESTI CRIMINI: popolazioni imbrogliate, private della libertà, che, oltre a patire le imposizioni delle grandi corporazioni, devono difendersi dal fuoco della polizia.

Scrivete questo a NaturaSì, Provenzali, ICEA e tutte quelle aziende e organi di certificazione che, alla richiesta di eliminare olio di palma dai loro prodotti, rispondono che ne fanno uso perché è un olio di facile lavorazione.provenzali odp
Ogni giorno contribuiamo a far scoppiare guerre civili per poter avere un gelato confezionato, un wafer, una merendina o una saponetta, tutti prodotti che non più di vent’anni fa venivano confezionati tranquillamente senza che foreste, popoli e animali subissero violenze per la produzione di una sostanza inutile.

RIFLETTIAMO: siamo anche noi, attraverso le scelte quotidiane, a PROVOCARE TUTTO QUESTO!!!marchi olio di palma

Aderisci alla campagna STOPOdP per bloccare il mercato dell’olio di palma!

Firma la petizione on line lanciata da Salviamo la Foresta in merito a quello che sta accadendo in Sierra Leone.