INDIOS MINACCIANO IL SUICIDIO PER SALVARE LA PROPRIA TERRA

170 gli Indios brasiliani facenti parte dell’etnia Guarani-Kaiowà che minacciano di uccidersi, tra loro anche 70 bambini se la terra in cui vivono, il piccolo villaggio di Pyelito Kue, rivendicata in quanto appartenente ai loro antenati, verrà loro sottratta.

Questo si legge nella lettera che la tribù ha inviato nei giorni scorsi al presidente del Brasile, chiedendole un intervento per bloccare lo sfratto deciso dal tribunale federale di San Paolo.

Gli Indios sostengono fermamente che non sono disposti ad abbandonare la loro terra da vivi e minacciano il suicidio collettivo e si dichiarano pronti ad opporsi ai pistoleros assoldati dalle grandi corporazioni che pretendono quelle terre a rischio della propria vita.

Le terre in cui vivono questa e altre popolazioni coinvolte sono notoriamente soggette ad opera di depredaggio da parte di tutte quelle grandi aziende multinazionali che puntano costantemente  ad allargare le proprie fabbriche, i propri stabilimenti, le proprie piantagioni, scegliendo aree dove sia più facile instaurare regimi oppressivi per cacciare o uccidere chi vi abita.

La tribù dei Guarani-Kaiowá, come molte altre sparse per tutto il Brasile, da decenni aspetta la demarcazione delle terre prevista dalla Costituzione del 1988, demarcazione che affermerebbe il diritto degli Indios di vedersi assegnati dei territori propri, ma di fatto non è così.

Sono 45 mila le persone in Brasile che ancora oggi attendono che gli sia riconosciuto un pezzo di terra sul quale poter vivere senza doverlo contendere con i ricchi proprietari terrieri, rischiando ogni giorno di esser cacciati e dover riprendere il pellegrinaggio.

Se, come ci auguriamo, il suicidio collettivo si dovesse evitare, potrebbero essere comunque in molti a compiere il gesto estremo, spinti dalla mancanza di prospettive per il futuro e dalle violenze che sono costretti a subire quotidianamente.

Dal 2000 ad oggi sono 555 gli Indios della tribù Guarani-Kaiowá ad essersi tolti la vita per le condizioni di vita in cui si trovano, il 70% di loro erano uomini tra i 15 e i 29 anni.

Nei giorni scorsi è stata organizzata una manifestazione davanti al palazzo del governo di Brasilia, dove sono state piantate 5000 croci nel terreno a memoria del genocidio indigeno che prosegue ogni giorno.

Dobbiamo sentire vicine queste persone, dobbiamo unirci almeno moralmente a loro, essergli solidali e non lasciarli soli, diffondendo queste notizie, parlando di loro e delle vicende che sono costretti a vivere.

Crimini silenziosi che sempre più ci vengono nascosti… è nostro dovere metterli in luce; siamo tutti cittadini della Terra e ogni creatura vivente deve avere garantito il diritto di poterla abitare pacificamente e dignitosamente.

A questi link potete trovare due petizioni da firmare per poter essere più vicini agli Indios e non lasciarli soli nella loro lotta:

AVVOCATI SENZA FRONTIERE: si ricercano legali, giuristi e avvocati interessati a supportare la causa degli indigeni Guarani Kaiowà.
Se interessati, scrivere a : [email protected]

2 thoughts on “INDIOS MINACCIANO IL SUICIDIO PER SALVARE LA PROPRIA TERRA

  1. anche in Bolivia sta succedendo che il governo per fare una strada verso il Brasile con manovre subdole sta tentando di togliere il diritto di proprietà alle popolazioni che vi vivono, quella stessa strada servirà poi per colonizzare i terreni da destinare alla coltivazione della coca, visto che nelle altre coltivazioni il terreno si sta impoverendo sempre più. L’area in questione è denominata TIPNIS

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