La fabbrica dei cloni

Ogni anno circa 70 miliardi di animali definiti “da reddito” trovano la morte dopo una nonvita fatta di schiavitù, sfruttamento e sofferenze, per diventare niente più che un alimento di consumo per molte persone.Mrten
La realtà degli allevamenti animali non è facile da spiegare a parole: c’è chi in quelle prigioni vi nasce, magari strappato alla propria madre perché il risultato di un parto funzionale solo a far produrre latte alla mucca; c’è chi è costretto a passare le proprie giornate all’interno di strette gabbie, usata come macchina da gestazione al solo scopo di partorire piccoli di maiale nei tempi richiesti dal mercato, che per lo stress subito spesso si ritrova a divorare i propri figli che riportano ferite causate dal poco spazio di movimento.7409446282_629685e42f_o
Queste sono solo alcune delle storie che si consumano ogni giorno a un ritmo spaventoso e che non riguardano solo l’industria della carne e dei derivati animali, ma anche quella degli animali considerati da pelliccia e quelli usati per sperimentare farmaci e sostanze chimiche.
Questo è l’approccio della società specista, una società che considera gli animali solo come oggetti che hanno uno scopo da assolvere, che possibilmente generi un qualche profitto per il mercato.
Ma la natura antropocentrica del genere umano, che origina una società specista, sta dimostrando di riuscire ad andare ben oltre ogni più fantasioso e macabro film dell’orrore che sia mai stato scritto.
Entro giugno 2016 in Cina, precisamente a Tianjin, porto a poche centinaia di chilometri da Pechino, potrebbe aprire la prima fabbrica di animali clonati appositamente per essere sfruttati, rinchiusi, vivisezionati e rispondere agli ordini dell’uomo.
Questa fabbrica dei cloni sorgerà in una zona dove nell’agosto del 2015 esplose uno stabilimento chimico, rilasciando nell’aria sostanze dagli effetti ancora sconosciuti.
Il progetto prevede la creazione di vitelli, allo scopo di abbassare il costo della carne di manzo nel paese, di cavalli, di cani destinati ai reparti di polizia e di primati.
La fabbrica inizierà clonando 100 mila animali all’anno, ma ha come obbiettivo di raggiungere presto il milione, creando anche cavie da laboratorio che nasceranno già malate e sulle quali saranno testati nuovi farmaci.
Il periodo storico che stiamo attraversando vede ogni giorno l’aumento delle specie in via d’estinzione principalmente a causa del riscaldamento globale, dell’inquinamento industriale, del bracconaggio, della deforestazione, delle sostanze chimiche rilasciate nell’ambiente.
Ma invece di impegnarsi seriamente e attivamente per ridurre l’impatto industriale sul Pianeta, preservare le specie ancora in vita, cessare l’uccisione di animali per ragioni di mero guadagno, gola e cultura del dominio, arriviamo al punto di clonarli, quasi volessimo assicurarci la presenza di specie da poter sottomettere, sfruttare e controllare a nostro piacimento. Fino a che punto avremo il coraggio di spingerci?
Il quesito però è mal posto, perché non si può parlare di coraggio, ma di superbia, egocentrismo, presunzione.
Il coraggio appartiene a quelle persone che hanno deciso di dire basta, cessando di contribuire a schiavitù e sofferenza altrui, lottando per la liberazione, prendendosi cura di chi è stat* salvat*, occupando, sabotando, comprendendo che nessun* è veramente libero se non siamo liber* tutt*, un coraggio che si tramuta in naturalezza.siamo tutti terrestri striscione

Fonte: Il Fatto Quotidiano