La lotta per la liberazione non è terrorismo, ma necessità

Riceviamo e diffondiamo l’appello in sostegno di Nicole e Jospeh, due attivist* per la liberazione animale, umana, della Terra accusati di terrorismo per aver condotto alcune azioni di sabotaggio e liberazione contro l’industria della pelliccia.
Nel tentativo di reprimere e stigmatizzare la lotta per la liberazione, spesso istituzioni e forze dell’ordine bollano come terroristi gli/le attivist* che conducono azioni di sabotaggio o liberazione che però non si possono definire tali.
Si tratta infatti di nonviolenza attiva, azioni di resistenza contro quella violenza legalizzata applicata nel quotidiano da chi lucra sulla vita di miliardi di animali schiavizzati per ragioni di profitto, gola, vanità etc.
L’errore risiede proprio in questo aspetto: etichettare come criminale chi lotta per donare la libertà a chi è rinchiuso, mentre chi uccide per professione, solitamente ricevendo anche un compenso per il proprio operato, viene serenamente collocato nella normalità degli eventi da una società specista che sta perdendo ogni empatia e rispetto per la vita.
Nicole e Jospeh sono due ragazz* come tanti, che però hanno messo la libertà di altri esseri viventi davanti alla loro.
Sono stat* arrestat* lo scorso 24 luglio negli Stati Uniti e incriminati di cospirazione a violazione dell’Atto sul terrorismo contro imprese animali, per azioni condotte in Idaho, Iowa, Minnesota, Montana, Wisconsin e Pennsylvania.
Nicole e Joseph sono accusati di aver intenzionalmente causato danni ad allevamenti di animali da pelliccia, a esercizi commerciali che rivendono i capi ottenuti dallo sfruttamento animale, aver bruciato registri, sabotato e rallentato le opere di produzione, l’aver causato un danno di circa 100 mila dollari all’industria della vanità, oltre all’aver liberato migliaia di animali.
Questo non può e non deve essere identificato come terrorismo, ma come atto eroico nel tentativo di diffondere la verità e di donare la libertà a chi trascorre la propria nonvita rinchiuso in una gabbia nell’angosciante attesa di essere giustiziato perché il mercato lo richiede.
Il crimine non è bruciare un registro, aprire e distruggere una gabbia, sabotare luoghi di prigionia e di sfruttamento, il vero crimine è lucrare sulla vita e la libertà di altri esseri viventi, e diventarne complici finanziando l’industria dello sfruttamento, che si tratti di produzione di carne, pesce e derivati animali, di capi in pelle e in pelliccia.
Invece di delegare a terzi atti di violenza per la propria gola o vanità, siate complici e solidali di chi lotta per donare la libertà!

Di seguito riportiamo il volantino diffuso per supportare Nicole e Joseph.

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